Fermana, elogio delle cose semplici

SERIE C – Gli splendidi risultati sin qui ottenuti dalla truppa di Flavio Destro sono il frutto di abnegazione, agonismo ed applicazione ed in fondo la “classe operaia” può andare in Paradiso

di Andrea Verdolini

Giocare a calcio è semplice ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile che ci sia”: parole e musica di Johann Crujff, il profeta del gol, a mio modestissimo avviso tra i 5 migliori giocatori in assoluto nel secolo scorso (insieme agli “inevitabili” Pelè e Maradona ed ai più stagionati e quindi meno conosciuti Josè Leandro Andrade e Giuseppe Meazza). Parole che sembrano adattarsi alla perfezione alla Fermana attuale, squadra operaia, senza grandi stelle eppure stabilmente al vertice del suo girone di Serie C quando le acclamatissime Vicenza, Feralpi Salò e Ternana sono dietro a mangiare polvere. Non ci sono grandi segreti o alchimie dietro a questi exploit che ormai si ripetono con costanza: Flavio Destro ha semplicemente inculcato alla perfezione il suo verbo fatto di agonismo, applicazione ed abnegazione assoluta. La partita inizia e sino al triplice fischio i canarini lottano, casco in testa e baionetta innestata: possono vincere o perdere ma i tifosi gialloblù hanno sempre la certezza che i loro beniamini torneranno esausti nello spogliatoio. Certo, direte voi, c’è anche un’attenta preparazione della partita, lo studio dell’avversario e, perchè no, una discreta qualità tecnica. I più attenti però avranno memorizzato un’immagine: 94′ del match interno contro i blasonati lombardi della Feralpi Salò (in organico tra gli altri Caracciolo e Pesce, un migliaio di partite tra A e B, tanto per gradire). Il loro regista Maiorino si trova tra i piedi il pallone per imbastire l’ultima, disperata, manovra per tentare di pareggiare. Addosso a lui si fiondano in quattro, sbruffando e ringhiando e, chiaramente, togliendogli anche questa, remota, possibilità. Nel triste panorama della terza serie, dove alcune squadre come Pro Piacenza e Matera rischiano seriamente di non finire la stagione e tante altre sono deferite per violazioni amministrative, la Fermana è anche un esempio di sana gestione, all’insegna del rispetto del bilancio e del classico “passo secondo la gamba” come d’altronde impone il Patron Maurizio Vecchiola al presidente Umberto Simoni ed al fido Fabio Massimo Conti. Come da copione tutti recitano il solito refrain, trito e ritrito ma assolutamente legittimo: pensiamo a raggiungere i 40 punti, l’obiettivo è la salvezza, sono altre le squadre che debbono lottare per vincere. Ma, per tornare all’epoca di Cruijff, un monumentale Gian Maria Volontè insegnò a tutti, con un film che fece epoca che “la classe operaia può andare in Paradiso”. In fondo a Fermo una cosa simile successe…giusto 20 anni fa.

Alessandro Molinari
Author: Alessandro Molinari

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