Si tratta perlopiù di romani che avevano dichiarato di risiedere ad Amatrice
Arrivati e già notificati i primi “avvisi di conclusione delle indagini preliminari e informazione di garanzia all’indagato” per i reati di truffa e falso finalizzato all’altrui inganno. Giro di vite della procura della Repubblica di Rieti sulla vicenda dei contributi di autonoma sistemazione illecitamente percepiti mediante l’attestazione delle false residenze ad Amatrice dopo il sisma.
Sono complessivamente oltre 200 gli avvisi di garanzia che raggiungeranno altrettanti indagati e che – in parte – sono stati già notificati ai destinatari e ai propri legali. La Procura reatina – sulla scorta delle indagini principalmente condotte dalla Finanza – contesta ai responsabili di aver posto in essere quello che viene definito a tutti gli effetti un «raggiro», consistito nel presentare al Comune di Amatrice domanda di richiesta di contributo per l’autonoma sistemazione (Cas,) autocertificando falsamente di possedere ad Amatrice – già prima del sisma – la propria abitazione principale, abituale e continuativa, resa poi inagibile da terremoto e di non aver ancora trovato una sistemazione definitiva. In tutti i casi oggetto di indagine si è però scoperto che si trattava, puntualmente, di seconde abitazioni occupate in estate, a Natale o nei fine settimana (riscontri confermati anche dall’aggancio delle celle telefoniche).
