CALCIO – Il portiere del Telusiano ha neutralizzato il quarto rigore in campionato e si avvicina a un traguardo storico della sua carriera: “La voglia di giocare è ancora quella di un ragazzino, non se ne parla proprio di ritirarmi”
di Michele Raffa
Chiunque abbia modo di incrociarlo e poi sbirciare la carta d’identità non crederà ai suoi occhi. E invece, dopo aver trascorso una vita sui campi di calcio, Claudio Liuti fa ancora parlare di sé. Non solo per il suo Telusiano che a gonfie vele sta provando a risalire in vetta al campionato di Seconda categoria, ma anche e soprattutto per il suo sesto senso nel saper leggere in anticipo le intenzioni degli avversari e le traiettorie del pallone. A 41 anni l’ex portiere di Tolentino, Maceratese e Civitanovese si è reso protagonista nello scontro diretto esterno contro Montegranaro (3 a 0 finale) parando il quarto rigore stagionale, sarebbe il quinto se contassimo anche quello respinto contro il Sant’Elpidio Viola e poi ribadito in rete, ma a detta sua quelli non vanno conteggiati. “Da 17 anni a questa parte, esclusa la stagione a Casette Verdini, ho parato almeno un rigore a campionato. Un dato di cui vado molto fiero e quest’anno mi è capitato di pararne addirittura 4, mai successo prima, ma è anche vero che ne abbiamo concessi 11. Tanti pensando ai nostri obiettivi di vertice”. Non c’è un segreto dietro l’enorme sagoma di Liuti, ma forse un dato ci potrebbe aiutare a capire meglio a cosa è dovuto tutto ciò. Sabato 6 aprile, nella trasferta di Vis Faleria, il portiere del Telusiano taglierà il traguardo delle 600 presenze in carriera. Insomma, esperienza da vendere. “Tutto è iniziato grazie a Fabrizio Castori che neanche a 15 anni compiuti mi ha fatto esordire nella storica stagione della promozione del Tolentino dalla D alla C2. Da lì in poi ho respirato e vissuto calcio a tempo pieno passando da Macerata a Civitanova fino ai sette anni a Filottrano. Tutte esperienze indelebili che mi hanno aiutato a formare sia come uomo che come portiere. All’epoca aveva messo gli occhi su di me il Parma che stava crescendo nel proprio vivaio un tizio chiamato Gianluigi Buffon che qualcosina di buono successivamente ha fatto. Per me poteva valere il grande salto, purtroppo nella vita non tutto va come desideriamo e allora ho fatto il professionista per me stesso. Non importa la categoria, la serietà e la professionalità nello sport vanno mantenute e rispettate dalla massima serie fino all’ultima. Ho dato tutto me stesso nella mia carriera, lottando sempre per qualcosa di prestigioso. Tre anni fa ho sposato il progetto del Telusiano, una squadra ambiziosa che ha voglia di salire nuovamente in Prima. Alla fine della fiera ci è mancato sempre qualcosa per fare il grande salto, spero che questa sia la volta buona. Ritiro? Neanche per sogno. Dentro ho ancora la voglia di un ragazzino e, nonostante l’età parli chiaro, fortunatamente posso contare ancora su doti fisiche che mi permettono di essere sempre al meglio. Quando verranno meno entrambe le cose, allora sarà quello il momento di sfilarsi i guanti. Ma fino a quell’istante ne dovrà passare ancora di tempo”.
