Due Oss al Pronto Soccorso: “Dolcetti ai malati invece dei posti letto”

Consigliere Ripa: “Una retorica e propaganda inutile”

Riceviamo e pubblichiamo da parte di Giordano Ripa consigliere comunale del gruppo misto e coordinatore della lista civica “Futuro per Macerata”

Difficile scegliere se piangere o ridere alla notizia della scelta fatta dalla Dirigenza AST di nominare due operatrici socio-sanitarie al Pronto Soccorso di Macerata per migliorare l’assistenza ai malati in sosta distribuendo biscottini e simili a coloro che necessitano di ricovero in attesa dei trasferimenti presso i reparti di competenza.

L’unica certezza è che l’AST di Macerata affronta in modo grottesco uno dei tanti problemi che affliggono l’Unità Operativa di Pronto Soccorso di Macerata: la difficoltà a trasferire i malati in tempi accettabili nei reparti, malati che ora dovrebbero essere gestiti con i “biscottini”per alleviare i tanti disagi, mentre restano parcheggiati nelle aree del Pronto Soccorso per diversi giorni e con difficoltà per loro, per i loro familiari e per gli operatori, sia medici che infermieri, che devono gestire varie patologie come se il  Pronto Soccorso fosse un reparto di degenza ordinario quando è noto a tutti che per definizione il Pronto Soccorso ha funzioni completamente differenti, compresa l’OBI(osservazione breve intensiva).

Piuttosto che adottare scelte estemporanee e prive di pudore, come la distribuzione sistematica dei dolcetti ai malati, i dirigenti del sistema politico amministrativo che governano la nostra sanità territoriale si dovrebbero chiedere quali sono le cause che stanno alla base di tale fenomeno.

La causa principale delle soste al Pronto Soccorso è da ascrivere alla insufficienza dei posti letto disponibili giorno per giorno nei reparti per acuti poiché c’è un lento turn over dei ricoveri che risulta secondario alle difficoltà di poter trasferire molti malati dai reparti di degenza dopo aver superato la fase acuta. Spesso sono malati affetti da pluripatologie per cui è difficile arrivare ad una stabilizzazione clinica durante il ricovero e da qui la necessità di dover trasferire presso strutture a bassa intensità di cure spesso per periodi prolungati fino alla stabilizzazione clinica.

Analizzando approfonditamente la problematica bisogna partire da lontano.

Le amministrazioni regionali precedenti non sono state in grado di potenziare il sistema sanitario territoriale e pochissimo hanno fatto per potenziare quelle che erano e sono le strutture post-acuzie cioè ‘Lungodegenza’ e ‘Cure Intermedie’ e i posti attualmente disponili a livello territoriale sono del tutto insufficienti rispetto alle richieste per cui malati che dopo 10-15 giorni di ricovero ospedaliero dovrebbero essere trasferiti rimangono nei reparti per acuti in attesa del trasferimento e, conseguentemente, viene bloccato l’accesso dei malati provenienti dal Pronto Soccorso.

Con l’avvento dell’attuale governance regionale ci si aspettava un cambio di rotta e una inversione ad U anche per tale problematica oltre che per tante altre.

Pur avendo individuato alcuni strumenti, tra l’altro con il grosso vantaggio dei fondi PNNR, che sono le Case della Comunita’ e gli Ospedali di Comunità siamo ancora molto lontani dalla loro istituzione con una situazione di stallo destinata a durare nel tempo.

Le Case della Comunita’ sarebbero importantissime per il filtro territoriale al fine di limitare gli accessi al Pronto Soccorso mentre gli Ospedali di Comunità andrebbero a potenziare le attuali strutture post-acuzie(Lungodegenza e Cure Intermedie).A distanza di 5 anni e con la consiliatura al termine pochissimo è stato fatto al riguardo.

In conclusione piuttosto che organizzare la distribuzione dei dolcetti ai malati in sosta al Pronto Soccorso e di utilizzare una retorica e propaganda inutili sarebbe ora che chi amministra l’organizzazione sanitaria risolvesse alla radice i problemi riducendo le sofferenze e ridando dignità ai malati

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