Due detenuti della casa circondariale di Montacuto creano possibile progetto pilota per l’Italia

“Per offrire un servizio alle persone fragili e in difficoltà e poi anche ai nostri amici a quattro zampe

«Vogliamo essere utili alla società. Dopo aver sbagliato e aver commesso reati vogliamo fare qualcosa di bello e costruttivo per gli altri». Calogero Donato e Giovanni Chiaromonte sono detenuti nella casa circondariale di Montacuto ma, tramite il loro legale avv. Michele Zuccaro, vogliono rendere pubblico un loro progetto.

«Sono due progetti a carattere sociale che vogliamo mettere insieme – dicono Chiaramonte e Donato – per offrire un servizio alle persone fragili e in difficoltà e poi anche ai nostri amici a quattro zampe». Calogero Donato è già impegnato nel “Il rifugio dell’amore onlus”, associazione che si occupa della tutela, della prevenzione all’abbandono e del contrasto dei reati commessi sui cani.
Giovanni Chiaramonte invece con l’associazione “La Fenice onlus” ha lo scopo di offrire e garantire i servizi per le persone fragili ed in difficoltà con particolare attenzione ai crimini commessi contro le donne. L’associazione è stata seguita anche da personaggi come Diego Della Valle e Marco Tronchetti Provera.

«Vogliamo migliorare entrambe le associazioni attenti anche ai temi della ecosostenibilità con il coinvolgimento di altri nostri compagni come Riccardo Jacopo Baffi Lorusso e Alberto Renzi. Con questi due progetti sociali vogliamo metterci al servizio del prossimo dando voce a chi non ne ha e restituendo la dignità a chi pensa di averla persa. Vogliamo abbattere i pregiudizi visto che l’art. 27 della nostra Costituzione sottolinea proprio il valore della rieducazione e del reinserimento nel tessuto sociale dei detenuto. Il nostro desiderio più grande è reinserirci nella società perché abbiamo imparato dagli errori e vogliamo dedicarci al prossimo. Siamo vicini a rientrare nei termini per l’eventuale concessione di misure alternative alla detenzione in carcere e siamo promotori di un’attività volta al sociale, ideata e progettata da persone che hanno sbagliato e vedono il proprio riscatto nel dedicarsi agli altri. Anche in carcere c’è chi può dare un contributo positivo alla società». I due detenuti sono seguiti anche dall’avv. Andrea Nobili.

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Author: redazione

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