“Dopo venticinque anni, vissuti con i guanti in mano e i tacchetti ai piedi, sento che è arrivato il tempo di scrivere queste parole: il mio addio al calcio”. Inizia così la lettera di Paolo Grifi, portiere che ha deciso di lasciare il calcio dopo una lunga carriera a buoni livelli nei dilettanti. “Tutto ha avuto inizio quando avevo appena tre anni, con il primo calcio a un pallone. A sei anni la mia prima squadra, e da allora il calcio è sempre stato la mia più grande passione. Una passione che, come spesso accade, regala momenti di gioia immensa ma anche attimi di dolore. Ufficialmente sono stati ventidue anni straordinari, durante i quali ho avuto la fortuna di condividere il campo con persone autentiche, con uomini veri che mi hanno insegnato tanto, sia come atleta che come persona. Scrivo queste righe perché quel giorno, quello che speri non arrivi mai, è giunto anche per me. Devo dire addio alla mia passione più grande. I titoli di coda scorrono, insieme a tutti i sogni che nascono quando si è bambini: il sogno di calcare grandi campi, o almeno il mio grande campo, chi mi conosce sa quale sia, “Il tempio del tifo”. Voglio ringraziare ogni persona incontrata lungo questo lungo percorso, artefici della mia crescita, dentro e fuori dal campo. Un pensiero speciale a chi non è più qui fisicamente ma continua a essere presente nei miei ricordi e nelle mie vittorie. Il ringraziamento più grande va alla mia famiglia, che ha sempre fatto sacrifici affinché io potessi divertirmi e inseguire i miei sogni, e che non mi ha mai fatto mancare il proprio sostegno, qualunque decisione prendessi. Purtroppo, è arrivato il momento di fermarsi, di crescere, di diventare adulti e di andare incontro a nuovi orizzonti professionali. Nuovi obiettivi mi attendono, ma resteranno sempre nel mio cuore questi venticinque anni di amore puro. Grazie calcio per tutto quello che mi hai dato. Ad maiora!”.
