Situazione difficile per gli edifici pericolanti a Sappanico, una frazione di Ancona
Dopo la protesta di Paolo Baggetta residente a Sappanico e costretto a vivere in casa con un figlio disabile in mezzo a due ruderi a dir poco fatiscenti (leggi il nostro articolo), anche i residenti della frazione hanno deciso di scendere in strada. Una protesta con tanto di striscioni con gli stessi residenti che non esitano a puntare il dito contro il comune che di fatto negli ultimi anni sembra aver dimenticato la frazione. Basta leggere le tante frasi per rendersi conto che a Sappanico c’è un certo malessere, per non dire di più. Due gli stabili finiti nel mirino dei residenti. Il primo o meglio quello che resta di un complesso che una volta ospitava sei famiglie si trova all’ingresso del paese venendo da Ancona.
Nel 2013 questa struttura già fatiscente è crollata su se stessa. I vigili del fuoco in più di una circostanza avevano chiesto la demolizione del fabbricato che risulta essere di proprietà di nove persone quasi tutte residenti ad Ancona. Non tutto il complesso è crollato in terra, una parte infatti è rimasta ancorata proprio alla casa di Baggetta. Il rischio concreto è quello che crolli tutto da un momento all’altro. Lo stesso Baggetta poi deve fare i conti anche con l’altra parte di casa che si trova a confinare, questa volta lato monte, con un rudere sostenuto da un’impalcatura di proprietà del comune. In base a quanto raccontano i residenti, questo immobile quanto mai fatiscente, privo di tetto sarebbe stato acquisito dal comune con un esproprio negli anni settanta e mai utilizzato. Edifici pericolanti che stanno in piedi per miracolo per non parlare poi delle impalcature che li sostengono ovvero tubi innocenti tenuti insieme da una sorta di corda. Dopo anni di promesse la decisione dei residenti di scendere in strada e denunciare quello che accade a Sappanico.
