Macerata. ‘Anima’ e direttore del settimanale diocesano che trovava spazio autorevolmente in edicola. Domani camera ardente nei locali della parrocchia dell’Immacolata
di Maurizio Verdenelli
E lo ricordo ancora, don Luigi. Quando nella primavera del 97 mi invito’ a tenere una lezione sul giornalismo ai suoi ragazzi della redazione dell’ancora ‘adolescente’ settimanale diocesano ‘Emmaus‘. Una pubblicazione che ando’ sempre piu’ irrobustendosi grazie pure all’impulso del vescovo Giuliodori, venuto poi a reggere le sorti della Chiesa maceratese dopo essere stato direttore della comunicazione alla Cei. Monsignore iscritto come don Taliani all’Ordine dei Giornalisti, “anche se io faccio un altro mestiere” mi disse sorridendo una sera a cena a Santa Maria in Selva nella parrocchia ab aeterno guidata da un altro comunicatore formidabile: don Giuseppe Branchesi.
Un momento d’oro era quello per la stampa diocesana. Un momento durato piuttosto a lungo con Emmaus in edicola. Grafica scattante, accattivante, cromatica. Con il corsivo in basso a sinistra: mille battute, venti righe al massimo. Un’idea vincente del direttore don Luigi Taliani. Erede autentico di don Angelo Antonio Bittarelli (1918-2003) sarnanese che a Camerino era stato fino alla morte il protagonista del successo de l’Appennino camerte, 5.000 copie vendute sul territorio di riferimento e in tutto il mondo dovesse fosse un figlio nato all’ombra del Ducato dei Varano. Ed un successo e’ stato anche Emmaus, stampato in rotativa in Romagna. A fianco di don Luigi un redattore capo straordinario, la collega Francesca Cipolloni.
Poi i costi crescenti, anno dopo anno, e l’uscita dalla scena di mons. Giuliodori posero in parte fine a quell’esperienza unica nel panorama del giornalismo maceratese. Tuttavia di ‘Emmaus’ poi in edizione online, rimane ora forte testimonianza, periodica; in abbinamento con ‘Avvenire’.
Uno degli ultimi contatti con don Luigi? Ancora una telefonata. Chiedeva di me per un reportage sui preti italiani uccisi dalla pandemia il vaticanista Luigi Accattoli (gia’ Corriere della Sera e Repubblica). Luigi volle sapere tutto di don Branchesi; deceduto il 19 aprile 2020 all’ospedale di Civitanova, la prima vittima maceratese in abito talare sul fronte del virus.
Poi un’altra telefonata da Cingoli dove don Taliani si trovava appena qualche mese nella speranza che l’aria buona contribuisse a farlo ristabilire da un’insidiosa malattia.
La fine oggi in ospedale, in piena lucidita’ sorprendendo, pur stremato, chi e’ andato a trovarlo fino all’ultimo per l’analisi dei terribili tempi che viviamo.
Domani per don Luigi il definitivo ritorno nel suo quartier generale, quello che vide nascere Emmaus: la chiesa dell’Immacolata. Dove nella sala parrochiale si terra’ la camera ardente per il prete/giornalista che comunicava Dio.
