AnconAmbiente: “Pene più severe per chi abbandona”
Ieri mattina dalle parti dell’Aspio oltre al personale di Anconambiente sono intervenuti gli agenti della Polizia Municipale per i rilievi di legge circa la mega discarica rinvenuta ai confini tra il comune di Ancona e quello di Osimo. In mezzo a tanti mobili ma anche calcinacci sono spuntati una serie di documenti riconducibili a Giorgio Marchetti, ex presidente di Anconambiente, che si era avvalso di una ditta privata per smaltire questo materiale.
Oltre ai documenti strettamente personali, sono stati abbandonati estratti del consiglio di amministrazione della stessa Anconambiente, materiale inerente l’attività politica di Giorgio Marchetti ma anche copie delle firme depositate da centinaia di persone per una legge di iniziativa popolare. Sull’intera vicenda, che in qualche maniera ha coinvolto l’Anconambiente, è intervenuto l’attuale presidente Antonio Gitto: “Per il momento aspettiamo i rilievi da parte della Polizia Municipale, poi il nostro ufficio legale ci saprà dire come muoverci, se è il caso o meno di tutelare il nome dell’azienda che è totalmente estranea a questa vicenda. Noi da anni portiamo avanti una politica per contrastare questi abbandoni selvaggi quello che purtroppo manca è la cultura dello smaltimento. La sanzione non basta, occorrono pene più severe e la certezza che chi sbaglia paga“.
Quello che resta da capire come questo materiale sia arrivato dalle parti dell’Aspio. Abbandoni selvaggi che spesso e volentieri sono effettuati da privati ma anche dai cosiddetti “svuota cantine”. Per svolgere quest’attività è necessario fare richiesta alla camera di commercio pagare una tassa annuale ma poi sono davvero pochi quelli che scaricano nei due centri ambiente che ci sono ad Ancona alle Palombare e a Posatora, per il semplice fatto che se la convenzione è gratis, qualcosa bisogna pagare per gli ingombranti. Il legno ad esempio viaggia attorno ai 10 centesimi al chilo nulla è dovuto invece per gli elettrodomestici.
Al momento gli unici che conferiscono in modo corretto questi ingombranti sono alcune ditte di traslochi, per il resto regna l’abusivismo con questi “svuota cantine” che spesso e volentieri scaricano dove capita: “Il ritiro dei rifiuti ingombranti a domicilio entro i cinque pezzi viene effettuato a titolo gratuito da Anconambiente – puntualizza lo stesso presidente Antonio Gitto -. Se il numero supera le cinque unità c’è da pagare qualcosa ma stiamo parlando di somme piuttosto esigue. Se il cittadino decide invece di chiamare una ditta privata si deve far rilasciare in seduta stante il formulario dei rifiuti, ovvero il documento che attesta che quel materiale verrà smaltito in modo corretto”.
Una cosa è certa, i documenti rivenuti nella discarica abusiva scoperta nella zona dell’Aspio sono ricondubibili a Giorgio Marchetti che esce allo scoperto e prova a ricostruire quanto è accaduto in questi giorni dichiarandosi estraneo all’intera vicenda: “Tramite internet ho preso contatti con una ditta specializzata di Pesaro nel settore dello smaltimento dei rifiuti che mi ha fatto un preventivo di 1.150 euro per dei mobili che avevo in un appartamento. A vedere quello che c’era da fare è venuto il titolare, poi il lavoro è stato eseguito da due persone che mi hanno assicurato che il materiale sarebbe stato portato in un centro di smaltimento che si trova a Serra dei Conti. A sancire questi accordi c’è anche una serie di email intercorse tra il sottoscritto e la ditta che ha eseguito il lavoro. La cifra pattuita è stata pagata con un bonifico bancario”.
Questa vicenda ha tirato in ballo in maniera piuttosto imbarazzante proprio Giorgio Marchetti, ex presidente di Anconambiente che si dice pronto a dare battaglia: “Quella roba alla discarica abusiva dell’Aspio è la mia, ci mancherebbe altro, ho anche riconosciuto dei mobili in fotografia. Sono amareggiato per quanto accaduto. E’ chiaro che in questa vicenda mi trovo nella condizione di dovermi affidare ad un legale di fiducia, che peraltro ho gia contattato. Sono completamente estraneo alla vicenda, io quello che dovevo fare l’ho fatto, chi ha sbagliato paga e in questo caso sarà la ditta che dovrà rispondere di quello che ha combinato. Dovevano prendere solo dei mobili e invece hanno portato via anche delle buste contenenti questi documenti“.
