SERIE D – Patatrac dei canarini con il Notaresco, società delusissima. Stesso sentimento di mister Brini. Nel post gara summit col primo cittadino
In silenzio stampa e in fase di riflessione. La Fermana si è chiusa in se stessa dopo la sconfitta di ampie proporzioni con il Notaresco, fanalino di coda del girone. Ora si è avvicinato l’ultimo posto e al Recchioni qualcuno ha iniziato seriamente a preoccuparsi per lo spettro della retrocessione diretta che aleggia (nuovamente). Il nuovo direttivo, quello salito in cattedra a fine dicembre, è inferocito con i calciatori, semplicemente asfaltati dagli abruzzesi.
Giocatori responsabili di una figuraccia, tanto quanto chi la squadra l’ha costruita. Ma ci arriveremo dopo. Delusissimo anche mister Fabio Brini, con cui si è schierato tutto il direttivo con i vice presidente Ferroni ed Isidori in prima linea. D’altronde l’allenatore l’aveva già detto nel post Isernia, solo che in pochi avevano notato la sfumatura… “Sicuramente non siamo stati brillanti, abbiamo reagito solo dopo il gol subito. Quella rabbia la dovevamo mettere anche prima. Non possiamo scendere a livello mentale, i ragazzi devono capirlo”, le parole dopo il pari in Molise, terzo risultato utile. Il baffo elpidiense l’aveva letta… Successive tre partite? Zero punti. Ma se con L’Aquila e Senigallia qualcosa s’era visto, con il Notaresco i canarini hanno giocato con i sentimenti tradendo tutti dal punto di vista dell’atteggiamento.
Se dal punto di vista psicofisico non vai a mille, poi escono tutte le magagne. E la Fermana, non l’abbiamo mai nascosto, ne ha tante. Capitan Romizi ad inizio anno sosteneva che uno dei segreti dei gialloblù fosse la coppia difensiva Tafa-Karkalis. A risentire quelle parole oggi vien da sghignazzare. L’italo-albanese Tafa, centrale robusto e non tecnico, appena deve marcare un attaccante vero che si chiami Belloni de L’Aquila, Eusepi della Samb, Infantino del Notaresco o Pesaresi della Vigor Senigallia va in pappa. E’ reduce da due mesi tremendi. E Karkalis, appena aumenta un po’ la fisicità dell’avversario, palesa il fatto di non possedere propriamente le doti dello stopper: in C d’altronde lui era un terzino dal piede importante. A centrocampo tutti vanno allo stesso passo, compreso Etchegoyen che dopo due partite fatte bene era stato considerato il nuovo Van Bommel ed ora si è affievolito pure lui. In attacco, invece, De Silvestro non può sempre risolverla da solo, Bianchimano ha stra-perso la sfida nella sfida con Infantino e Pinzi è un eterno incompiuto.
Dopo gli schiaffi incassati dal Notaresco, così, la società ha deciso di tappare la bocca a tutti, anche se i messaggi velati al gruppo squadra non sono mancati: “Bisognava parlare in campo”. Al triplice fischio contestati i Simoni, ma questa non è più una novità. Non bello, invece, che abbia reagito malamente Umberto litigando con qualcuno della tribuna laterale. Prof Umberto, uomo d’altri tempi ma inghiottito dal mondo del calcio. Sarebbe meglio che Pippo protegga suo padre, invece di metterlo in continua difficoltà. Sui Simoni bisognerebbe cantare una storia: ogni volta che aprono bocca paiono dei santi, come se di prendere il 100% della Fermana gliel’avesse imposto il dottore…
Al triplice fischio, in casetta rossa riunione fiume del nuovo direttivo, presente pure il sindaco Paolo Calcinaro, il protettore del tandem Ruggeri-Paolucci. Il primo cittadino si sarebbe detto preoccupato per il fatto sportivo in primis. Ma attenzione, aggiungiamo noi, perchè il concordato non è stato ancora chiuso. Il “sole” (a buon intenditor…) tornerà a splendere? E veniamo alle ultime ruote del carro, ossia proprio Paolucci e Ruggeri. “Ruggio” è stato oramai isolato da tutti, mentre “Michi” è nell’occhio del ciclone per una squadra che aveva detto fosse stata migliorata nel mercato di dicembre. I risultati non gli stanno dando ragione.
