Dichiarava 6mila euro all’anno: la Guardia di Finanza gli confisca 1,1 milioni di euro

L’uomo, di Grottammare, era coinvolto nell’operazione Tesino del 2015

Confiscato dalla Guardia di Finanza l’intero patrimonio da 1,1 milioni di euro ad un uomo di Grottammare, M.M. le sue iniziali, già coinvolto nell’operazione Tesino attuata dalle Fiamme Gialle nel 2015. Dopo vari accertamenti, i finanzieri avevano individuato sostanziali sproporzioni tra il valore dei beni posseduti dall’indagato e i redditi, alquanto esigui, dichiarati negli ultimi 13 anni, corrispondenti a 85mila euro.

Nonostante un reddito medio annuo di circa 6.550 euro, gli approfondimenti investigativi del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ascoli Piceno avevano posto in luce tenori di vita alquanto elevati, caratterizzati da lussuosi viaggi, disponibilità di auto di grossa cilindrata, acquisti di abiti costosi, frequentazioni di prestigiosi locali e resort, ritenuti, secondo le Fiamme gialle “diretto effetto dei proventi di attività fittizie e illecite, che avevano peraltro consentito all’uomo di accumulare un patrimonio immobiliare e mobiliare, in parte anche fittiziamente intestato alla convivente.”

Le indagini, incentrate nei confronti dell’imprenditore, riconosciuto “socialmente pericoloso”, in quanto indiziato di gravi reati, alcuni dei quali culminati in condanne divenute anche irrevocabili, avevano determinato un quadro indiziario posto poi alla base di un primo sequestro del patrimonio, di origine illecita e ingiustificato, disposto dal Tribunale di Fermo nel contesto di una misura di prevenzione patrimoniale, adottata ai sensi del “Codice antimafia”.

Il provvedimento aveva riguardato 4 immobili (tra i quali una lussuosa villa di tre piani, comprensiva di piscina, posta a pochi passi dal lungomare di Grottammare), conti correnti e prodotti assicurativi, per un valore complessivo di 1,1 milioni di euro.

Gli sviluppi dell’operazione “Tesino” avevano quindi portato, nel luglio del 2017, all’emissione, da parte del Tribunale di Milano, del “Decreto di confisca” dei beni già sottoposti a sequestro dalle Fiamme Gialle picene, provvedimento poi confermato, nei primi mesi del 2018, dalla Corte di Appello di Milano e, infine, nel corrente anno, anche dalla Corte di Cassazione.

Sono stati gli stessi militari della Finanza di Ascoli Piceno a dare esecuzione al “Decreto di confisca”, “validato”, da ultimo, dalla Suprema Corte, per effetto del quale l’intero patrimonio di 1,1 milioni di euro è stato oggi definitivamente acquisito tra i beni dello Stato.

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