SERIE C – Il tecnico dei canarini ripercorre le tappe della stagione. Domani gialloblu in campo in casa del Renate
La gara con il Padova ed il pareggio scaturito valgono la parola salvezza per i canarini. Termine che, se pronunciato per di più al triplice fischio finale, ha un suono estasiato. “All’inizio dell’anno tutti avrebbero fatto carte false per raggiungerla – dichiara mister Destro – Invece non solo abbiamo centrato l’obiettivo, ma in anticipo, a due giornate dalla chiusura della regular season. C’è da essere soddisfatti di quest’annata”. Per il tecnico canarino due sono le parole chiave che hanno caratterizzato questa stagione: “Fatica poichè non è stata semplice; soddisfazione perchè ho visto da parte di tutto il gruppo delle risposte sempre importanti”. Tre i traguardi raggiunti dall’allenatore piemontese in tre anni nelle vesti da timoniere: “Il primo anno abbiamo raggiunto i PlayOff; nel secondo abbiamo compiuto il grande salto nei professionisti; nel terzo siamo riusciti a dimostrare di meritare la categoria. Quest’anno, per la prima volta, ci siamo scontrati con una realtà che non conoscevamo, allestita da società con giocatori di livello assoluto. Tranne in un paio di occasioni, siamo stati sempre all’altezza delle situazioni, giocandocela con tutti sino in fondo”. Attestati di stima per mister Destro anche dai colleghi del “reparto panchina” per l’ottima cavalcata compiuta e per il prosieguo tra i Pro. Una salvezza che, in termini biblici, si traduce con una liberazione da un’oppressione, nel caso specifico, quello dello spettro zona hot della classifica. Ma quando ha avvertito la consapevolezza che la salvezza non sarebbe stata un miraggio? “Dopo la partita con la Sambenedettese in casa dove abbiamo fatto una buona prestazione – sia nella prima che nella seconda parte – abbiamo capito che ci potevamo stare. Sapevamo benissimo che ogni gara sarebbe stata una battaglia e che avremmo dovuto giocare tutte le partite al 110% per portare a casa il risultato”. Nonostante il taglio del nastro, Flavio Destro non si ritiene “tranquillo. “Un allenatore non deve mai essere tranquillo. Se lo è, allora è pericoloso. Un allenatore deve pensare sempre a tutte le situazioni a cui può andare incontro, in particolare a quelle negative perchè deve reagire e trasmettere segnali alla squadra e all’ambiente. In questo momento abbiamo ancora due partite da onorare e cercheremo in tutte le maniere di far bene e, possibilmente, di vincerle. ‘Essere appagato’ non fa parte del mio vocabolario”.
