Stamane Massimo Malavolta originario di San Benedetto ha ucciso la moglie Emanuela Massicci, maestra di asilo nido. Nel 2015 atti persecutori nei confronti di un’altra donna
Nella mattinata odierna un cittadino italiano di anni 48, Massimo Malavolta, originario di San Benedetto, è stato arrestato in flagranza dai Carabinieri di Ascoli per l’omicidio della moglie, Emanuela Massicci, 45 anni, avvenuto all’interno della loro abitazione durante la notte o nelle prime ore del mattino a Ripaberarda, paese dell’Ascolano (RILEGGI QUI). Lei maestra di Asilo nido di Poggio di Bretta, lui operaio.
Puntuale la ricostruzione dei militari. Emerso anche la personalità dell’assassino, uomo che era già stato condannato per violenze nei confronti di un’altra donna qualche anno fa. Stamane è stato proprio Malavolta a chiamare il proprio padre dicendo che la moglie non stava bene e non respirava; il padre allarmato avvertiva il numero di emergenza e si attivavano i soccorsi; ad aprire la porta di casa al personale sanitario del 118 che arrivava per primo erano i due figli minori della coppia; il personale sanitario -unitamente ai Vigili del Fuoco che erano arrivarti – dopo aver trattenuto i minori nella loro stanza- forzavano la porta della camera dea letto che era chiusa dall’interno e trovavano l’uomo seduto a letto, insanguinato e con un coltello in pugno, e la moglie stesa a fianco immobile.
Subito dopo intervenivano i Carabinieri che disarmavano l’uomo, che nel frattempo si era accasciato quasi privo di sensi e che veniva soccorso dal personale sanitario per le lesioni ai polsi e la importante conseguente perdita di sangue e trasportato in ospedale, mentre si accertava che la donna era già morta. Presentava numerose tumefazioni al volto e in varie parti del corpo ma non presentava lesioni vitali da colpi di coltello.
Le cause della morte e la accurata descrizione e origine delle lesioni verranno accertate attraverso ispezione esterna e rilievi autoptici che verranno a breve eseguiti.
L’uomo arrestato in flagranza per omicidio volontario si trova piantonato presso l’ospedale di Ascoli Piceno ed attualmente e ricoverato presso la UOC di rianimazione. I due figli minori -ora affidati ai nonni materni- non hanno assistito alla aggressione che ha determinato la morte della mamma né al tentativo di suicidio del padre, risultando questi fatti essersi verificati nella stanza da letto dei genitori chiusa a chiave dall’interno.
Non vi era mai stata nessuna denuncia da parte della donna uccisa nei confronti del marito; né alcuna segnalazione o intervento da parte delle Forze di Polizia per liti in famiglia, percosse, minacce o altro; né alcuna segnalazione di questo tipo era comunque giunta all’Ufficio dei carabinieri di Ascoli.
La persona arrestata era stata sottoposta nel giugno 2015 alla misura cautelare degli arresti domiciliari per lesioni aggravate e atti persecutori in danno di altra donna, peraltro con disabilità; nel gennaio 2016 -mentre si trovava ancora agli arresti domiciliari- veniva condannato dal Tribunale di Ascoli Piceno alla pena di anni due di reclusione senza pena sospesa. La sentenza veniva poi riformata dalla Corte di Appello di Ancona che
riqualificava il reato di atti persecutori nella contravvenzione di molestia, con condanna alla pena di mesi 6 e giorni 20 di reclusione con pena sospesa, condanna che diventava definitiva nel giugno 2018.