Daniele Moschini, orgoglio marchigiano campione di Flat Track

MOTOCICLISMO – Il recanatese si racconta dopo il quarto posto nel mondiale 2022

Recanati è un paese con una grande storia motociclistica, diversi campioni sono usciti dalla città leopardiana, da Franco Uncini a Carlo Perugini; ma anche in quest’epoca, c’è un talento che non passa di certo inosservato, il suo nome è Daniele Moschini, vincitore del campionato italiano Flat Track nel 2012, quarto nel campionato mondiale del 2022 e vincitore del GP della Repubblica Ceca. 

 

Quando è iniziata la tua carriera motociclistica e in che categoria?

La mia carriera è iniziata nel 2006, comprai una Yamaha R6 e mi iscrissi al campionato monomarca per divertimento, poi nel 2007 sempre alla guida della Yamaha partecipai alla Coppa Italia, dove vinsi la mia prima gara, nel 2008 feci il C.I.V. ovvero il campionato italiano velocità, sempre con la stessa moto, ma i costi erano molto alti e questo mi ha costretto a non correre con continuità negli anni successivi.

 

Che cos’è stato che ti ha fatto passare dalla velocità al Flat Track?

Mentre ero fermo, a causa della mancanza di sponsor, mi allenavo nel Flat Track, avendo la pista di “Cassetta” vicino casa; ed è proprio qui che nacque l’amore verso questa disciplina. Nel 2011 mi contattò Fasciani, un appassionato di Fermo che aveva costruito una moto artigianale, insieme abbiamo sviluppato il mezzo e lo abbiamo portato in gara; nel 2012 proprio con la Fasciani, mi sono laureato campione italiano di Flat Track.

 

Com’è andata questa stagione 2022?

La stagione è iniziata su una moto nuova, la Zaeta, il proprietario è Giulio Bernardelle, è stato lui ad offrirmi questa sella importante con tante aspettative, infatti avremmo dovuto sviluppare le gomme e puntare in alto, ma all’inizio dell’anno sono avvenuti i primi problemi, ovvero la pista di “Cassetta” ha chiuso definitivamente, impedendoci di fare test. Questo ha rallentato di molto lo sviluppo di moto e gomme, così abbiamo perso mezza stagione. Nella seconda metà, abbiamo iniziato a trovare il bandolo della matassa, più precisamente in Francia dove ho chiuso quarto. Questo ha dato morale alla squadra e ci ha permesso di vincere in Repubblica Ceca e di finire quarti in classifica di campionato.

 

Che programmi hai per la prossima stagione?

Dovrei continuare sempre con la Zaeta, manca solo la firma, la moto è ottima e abbiamo tutte le carte in regola per giocarci il campionato mondiale.

Hai mai pensato di disputare delle gare nel prestigiosissimo campionato americano AFT?

“Si, mi piacerebbe, ma i costi sono altissimi e poi bisogna imparare le piste, che differiscono molto da quelle europee, però se dovesse esserci un programma americano da parte di Zaeta, sono ben lieto di mettermi in gioco nel Aft”.

 

Raccontaci il momento migliore e quello peggiore che più ti è rimasto impresso nella tua carriera.

“Il momento peggiore è stato sicuramente nel 2019, quando per due volte, a distanza di pochi mesi ho perso i sensi dopo una caduta; entrambe le volte ho picchiato la testa in terra e non è stato facile riprendere i meccanismi e trovare la fiducia, specialmente dopo la seconda volta. Mentre il momento migliore è stata la vittoria in Repubblica Ceca, ci voleva proprio, sia per me, che per la mia squadra, così come per mio fratello e per il mio amico Moreno, che mi seguono dall’inizio della carriera”.

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