L’intervista al giovane anconetano, studente dell’Univpm
di Luca Gangemi
Simone Marconi è un ragazzo anconetano, studente dell’Univpm, di Ingegneria Informatica e dell’automazione. Uno degli studenti più ambiziosi del suo corso e ha deciso infatti di intraprendere un’esperienza all’estero, a Bruxelles, grazie al bando del consorzio EU4EU, nel progetto ERASMUS+.
Dopo numerosi curriculum inviati e svariate interview viene ricontattato da una famosa azienda, la Procter & Gamble, multinazionale statunitense, con sede a Cincinnati, Ohio, leader nella produzione di prodotti per la cura della casa e del corpo: Dash, Viakal, Lenor, Mastro Lindo, sono alcuni dei marchi che possiede. A Bruxelles è presente la più grande sede europea di P&G specializzata in R&D: research and development (ricerca e sviluppo), un’azienda da più di 500 dipendenti, specializzata nel settore chimico.
Il ruolo di Simone era quello di sviluppare metodi per testare saponi per piatti spray, tramite algoritmi di computer vision, cioè di processazione delle immagini per analizzare le caratteristiche del sapone e quantificarle.
“È stata un’esperienza speciale, il mio sogno era fare qualcosa di grande, che avesse un impatto globale. L’azienda mi ha valorizzato, fatto sentire parte di qualcosa, facendomi svolgere dei compiti di grande responsabilità, che un tirocinante in Italia non avrebbe mai potuto fare. Poi con lo stipendio potevo vivere e non sopravvivere, sono cresciuto sotto tutti i punti di vista”.
Poi ironicamente afferma: “La cosa che mi ha stranito di più è il fatto che ogni cultura ceni ad un orario differente. Il melting pot ti fa capire come Ancona sia distante anni luce dal mondo inclusivo e multiculturale che ho vissuto”.
Sente infine la necessità di dare un consiglio a tutti i ragazzi che stanno valutando la possibilità di fare un’esperienza all’estero, ma per qualche ragione siano frenati nel prendere quel volo: “Crescerete e tornerete sicuramente migliori, come esseri umani, ma anche come lavoratori. Io sono molto pragmatico, non a caso studio per diventare ingegnere, imparare l’inglese vi sarà moltissimo di aiuto in futuro, ma anche apprendere che si può lavorare per vivere, e non il contrario sarà una bella lezione.”
