Il viaggio della speranza fino a Lampedusa, poi il calcio e l’Atalanta
Il nuovo volto in casa Ascoli Calcio porta negli occhi la luce della vita. Assane Sidibe, 2002, è arrivato in prestito dall’Atalanta e sarà nel roster di Bucchi almeno fino a fine anno. Mediano e mezzala, con possibilità di adattamento anche sulla corsia di destra, Sidibe scrive un altro capitolo nomade della sua giovane vita che, però, è già un ventaglio di capitoli scritti con la passione per il calcio.
Nasce ad Abidjan, la capitale “de facto” della Costa D’Avorio. “Min-tchan m’bidjan” ovvero “sto tagliando le foglie”, come disse un’indigena del luogo a dei colonialisti incontrati lungo la strada e che volevano portare questa sorta di civilizzazione. Una città dunque che può portare una vita ramificata. Assame parte, nel 2016, per uno dei tanti viaggi della speranza in mare. Senza certezze. Arriva a Lampedusa insieme a suo fratello Hamed e finisce per i primi mesi non tanto lontano da Ascoli. Collelongo, in provincia di L’Aquila, dove il sindaco Rosanna Salucci e una coppia presero in affidamento l’allora minorenne. Quindi cosa si fa? Si va a scuola e si gioca a calcio. Il Capistrello lo fa allenare e giocare, l’Atalanta dice: “Ehm, vieni da noi?”.
Nelle giovanili riuscì anche in una stagione con 13 gol in 24 presenze. Non da attaccante ma da centrocampista. Mezzala destra il suo ruolo più animato, anche se come detto non si disdegnano altre applicazioni tattiche. Letale nell’inserimento, soprattutto su palla inattiva, un po’ come si è visto già Proia contro il Palermo (sempre in area avversaria) o Collocolo nei suoi giorni migliori in termini di tempismo nel riempimento offensivo. Comunque, delle caratteristiche che Bucchi vuole dalle sue mezzali ci sono tutte. Ecco, poi è un 2002 che dalla Costa D’Avorio è arrivato in Italia, passato per l’Abruzzo, volato a Bergamo e sceso a Cosenza. Un po’ di scossoni e cambiamenti li ha vissuti. Come le foglie di Abidjan, spinte dal vento dell’amore per il calcio.