Nella settimana del ritorno di Casagrande, la città si riscopre vera intorno ai suoi “figli sportivi”
Il calcio, così come lo sport in generale, ad Ascoli, ha avuto sempre un grande significato. C’è sempre stato un forte legame tra l’Ascoli Calcio, la città e il territorio. L’Ascoli è uno dei club più antichi d’Italia ancora attivi, il quarto per l’esattezza, e proprio con il calcio, questo territorio si è fatto conoscere in Italia e non solo, grazie alle gesta di squadre e di giocatori che hanno lasciato il segno e che sono difficilmente dimenticabili. La formazione bianconera è al 31º posto nella classifica perpetua della massima serie e al 34º posto nella graduatoria della tradizione sportiva italiana secondo i criteri della FIGC e al 19° posto nella classifica perpetua della Serie B. I bianconeri vennero promossi in serie A, per la prima volta, nella stagione 1973-1974: da allora il nome di Ascoli è diventato sinonimo di “provinciale terribile“, una squadra che è riuscita a battere le grandi corazzate quali Inter, Milan e Juventus, anche in casa loro. In tanti ricordano le grandi gesta di Adelio Moro, i gol di Campanini e Gola e la “rabona” di Roccotelli, Pasinato ma anche il campione del mondo Dirceu, un icona dell’umiltà umana e sportiva. Il tutto grazie ad un mito della storia di Ascoli: Costantino Rozzi, il “presidentissimo”. Un altro idolo della tifoseria bianconera, anche lui brasiliano, è Walter Junior Casagrande, nominato il più forte giocatore nella storia bianconera. Non ci si può certo dimenticare di un allenatore che è stato un ascolano “adottato” come Carlo Mazzone: un pezzo di storia del calcio che nessuno dimenticherà mai. Di questo ne è stata testimonianza la grande folla che lo ha salutato durante i suoi funerali solo pochi giorni fa. Un altro tecnico che ha un forte legame con la città è Giuseppe Iachini che ha indossato la maglia bianconera e che, successivamente, si è seduto su tante panchine di serie A e serie B. Sono tanti, poi, i non ascolani che hanno deciso di vivere sotto le Cento Torri, affascinati dalla bellezza e dalla tranquillità della città. E’ il caso di Gaetano Fontana, il capitano degli invincibili “Diabolici”, Rosario Pergolizzi, palermitano, ex giocatore del Picchio negli anni 90 ma ormai ascolano adottato ed Emanuele Padella. Tra i più giovani non si può non citare Riccardo Orsolini, attuale centrocampista del Bologna che si sta ritagliando una carriera di grande livello.
Ascoli, però, non è solo calcio. Su tutti, il nome di Carlo Vittori, è quello tra i più importanti. La sua fama è legata alla storica ASA Ascoli ma soprattutto a Pietro Mennea, uno dei binomi tecnico-atleta più vincenti nella storia di tutto lo sport italiano e non solo italiano. Tanti ascolani sono stati legati alla figura di Carlo Vittori e mai dimenticheranno il suo temperamento durissimo. Era un innovatore delle tecniche di allenamento, severo, ma preparatissimo. Il suo amore per lo sport era talmente affascinante che ha legato a sé, in maniera indissolubile, tutti i giovani da lui allenati che ancora lo ricordano con rispetto e amore. E’ stato un vero e proprio orgoglio ascolano. Ascoli è anche il tennista Stefano Travaglia, che può vantare cinque titoli in Challenger. Ha raggiunto la 60° posizione nel ranking ATP. Da ricordare anche Vittorio Roiati, pioniere del tennis ascolano. In ricordo della sua figura, è nata anche una ASD che porta il suo nome. E’ ascolano anche Simone Vagnozzi, coach della stella nascente Jannik Sinner. Nel ciclismo su pista c’è Francesco Ceci, con uno sterminato palmares di vittorie. Dopo aver terminato la carriera agonistica, nello scorso agosto, con il ruolo di guida nell’ambito del tandem paralimpico azzurro, ha vinto la medaglia d’argento nel team sprint ai mondiali di Glasgow insieme a Stefano Meroni. Insomma, lo sport ad Ascoli ha avuto grandi momenti di gloria, rappresentato dai suoi alfieri che hanno fatto conoscere la Città delle Cento Torri nel mondo. Questo deve essere solo motivo di orgoglio per una città di soli 47mila abitanti.
