“Da Roma a San Benedetto: vogliono cancellare il pensiero diverso”, l’affondo dell’avv. Pepa

L’ex assessore: “Tentarono di bloccare il convegno sulla questione della cannabis light”

“All’università La Sapienza di Roma hanno manifestato perché contrari al convegno organizzato da Azione Universitaria, a San Benedetto del Tronto avvenne una situazione concettualmente analoga quando volevano impedire un convegno che organizzai sul tema della cannabis light”. Dopo i fatti di Roma interviene l’avvocato Gian Luigi Pepa, per ricordare un episodio accaduto in Riviera quando ricopriva il ruolo di assessore al Bilancio nell’amministrazione Piunti.

“Dai fatti accaduti a Roma – spiega l’avv. Pepa – emerge la lotta per la libertà del proprio pensiero per impedire ad altri di fare un convegno. A San Benedetto del Tronto, analoga situazione avvenne quando organizzai il convegno per trattare la questione della “cannabis light”, articoli sul giornale di taluni che volevano impedirmi di fare il convegno e minacce di un produttore agricolo, o pseudo tale, che sin dall’inizio della mattina del convegno mi telefonava in Studio per minacciarmi, per poi recarsi dal Presidente del Tribunale di Ascoli e poi dal Sindaco di San Benedetto del Tronto, Pasqualino Piunti, ambedue ospiti e relatori del convegno, per tentare di impedirmi di andare avanti con l’organizzazione.

Come è noto non temo nulla e nessuno, meno ancora sciagurati urlanti. Il convegno ha avuto un grande successo per la presenza di pubblico (auditorium pieno), e presenza sui giornali.
Quel facinoroso che arrivò ad accendere un dibattito cruento con un relatore, il dr. Claudio Cacaci, venne accompagnato all’uscita dalla DIGOS”.

Ancora l’ex assessore: “Parimenti a Roma i manifestanti si sono scontrati con gli agenti di polizia, non per rivendicare la propria libertà di pensiero, ma per impedire ad altri di esercitare la propria. Manifestano per liberarsi non da qualcosa che li opprime ingiustamente, ma da qualcuno, da chi sta esercitando la libertà di manifestare le proprie idee.

Pertanto non confondiamo il concetto di libertà, nessuno può impedire l’esercizio di una propria libertà organizzativa, ovviamente se autorizzata dalle autorità di competenza, con manifestazioni impositive e violente della cosiddetta “cancel culture”, pretendendo di cancellare non solo una cultura diversa dalla propria, ma anche coloro che osano ancora fisicamente di incarnarla”.

Insiste l’avv. Pepa: “Nei due esempi ringraziamo l’intervento della Polizia, colpevole di aver impedito di “manifestare liberamente l’odio”, o l’interesse speculativo nel mio caso, contro altri giovani, o altre idee.

Denunciamo sempre chi predica la cancellazione del pensiero “diverso”, che è la vera violenza espressiva e fisica. Dobbiamo temere che questi facinorosi – conclude l’ex assessore di San Benedetto – passino dalla distruzione di statue, imbrattamento di opere d’arte, alla eliminazione delle persone?”.

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