A Torrette l’azienda sanitaria ha imposto la regola, Rignanese di Nursind Ancona tuona: “Chi ha emanato tutto ciò non sa nulla”
Tempo addietro erano chiamati eroi, ora invece per la pausa caffe devono timbrare il cartellino in quanto potrebbero provocare un danno all’erario. Fa discutere e non poco quanto deciso dall’azienda sanitaria di Torrette. Sull’intera vicenda è intervenuto Matteo Rignanese, Segretario Provinciale Nursind Ancona: “L’Azienda ha emanato una disposizione in materia di orario di lavoro per il personale del comparto non turnista con articolazione dell’orario su cinque giorni a settimana, senza rientri, assegnati alle strutture dotate del servizio mensa. In questa disposizione viene chiarito che, il personale in oggetto, non potrà effettuare una prestazione continuativa di 7 ore e 12 minuti, ma è obbligato ad una pausa di almeno 30 minuti. Il personale che intende assentarsi brevemente, per un periodo massimo di 10-15 minuti, per effettuare la pausa intermedia “pausa caffè”, purché ciò non pregiudichi lo svolgimento delle attività lavorative, secondo le indicazioni del Direttore di SO, è tenuto ad effettuare la timbratura in uscita ed in entrata“.
“Tale pausa dovrà essere recuperata secondo quanto previsto dalle vigenti disposizioni in materia di orario; comportamenti difformi, costituiscono violazione ai doveri d’ufficio, dunque illecito disciplinare, nonché possono configurare ipotesi di danno erariale. Se fino a qualche mese fa eravamo definiti eroi, oggi secondo l’azienda siamo dei perditempo, addirittura con il nostro comportamento potremmo arrecare un danno erariale. Chi ha emanato questo documento non è mai stato in una corsia o in un ambulatorio, dove a causa della carenza cronica di personale si saltano i riposi, si negano ferie e permessi, non si riesce a recuperare le ore in eccesso maturate? Chissà se questi hanno mai messo piede in una terapia intensiva? Di sicuro non si saranno mai recati in pronto soccorso dove si lavora sempre al limite con un livello di stress altissimo, anche per il rischio di essere aggrediti, sicuramente non hanno mai subito lo stress emotivo e fisico del lavoro in blocco operatorio”. Una direttiva dal retrogusto piuttosto amaro per gli infermieri con lo stesso Rignanese che poi ricorda i tanti sacrifici fatti dagli stessi infermieri: “Il personale si trattiene oltre il proprio orario di lavoro per necessità urgenti e contingenti senza battere ciglio e con grande disponibilità senza che questo gli sia riconosciuto. Chi si concede una pausa per un caffè, cosa che a mio avviso non costituisce una perdita di tempo e neppure un danno erariale non pregiudica l’attività lavorativa, contribuisce al contrario a diminuire la possibilità di commettere errori oltre che a garantire un’assistenza adeguata nonostante si lavori costantemente sotto organico”.