San Severino Marche. “Sui balconcini dei palchi, nei primi sopralluoghi nell’avviare il cantiere del restauro, rinvenimmo le tracce del lancio delle caramelle durante le feste del carnevale…” dice l’allora amministratore comunale ora scrittore ed importante giornalista di ‘Avvenire’
Oggi e’ un giorno speciale per il giornalista e scrittore Fulvio Fulvi che raggiunge i limiti d’eta’ come redattore di ‘Avvenire’ uno dei piu’ diffusi quotidiani italiani. Della quale testata, a dimostrazione dell’autorevolezza raggiunta rimane importante collaboratore con servizi ad ampio raggio ed una rubrica personale sul servizio web.
Fulvio, settempedano doc (la sua pratica giornalistica ha avuto inizio alla redazione marchigiana de ‘Il Messaggero’ da me diretta) ha rivestito da giovanissimo un ruolo amministrativo importante presso il Comune di San Severino Marche. Eletto, tra i piu’ giovani in Italia, a 22 anni consigliere comunale, poi capogruppo dc, e’ stato a 27 anni assessore alla Cultura. Proprio negli anni dell’inaugurazione del rinnovato teatro Feronia, di cui sabato si e’ festeggiato il quarantesimo.
Quali ricordi, Fulvio?
“Ricordo soprattutto l’emozione di vedere finalmente la bellezza rilucente di quel piccolo tempio ottocentesco nel cuore di San Severino, nella splendida piazza e accanto al negozio dei miei zii, il primo in città a vendere televisori, alla fine degli anni 50. Al Feronia c’ero entrato per la prima volta, da consigliere comunale, quando era ancora un cantiere, nel 1980-85. Era chiuso da anni. Sui balconcini dei palchi c’erano ancora le bozze lasciate dalle caramelle lanciate dal loggione durante le feste da ballo. Il Feronia nel primo dopoguerra era stato ridotto a una balera dove il circolo cittadino organizzava le serate danzanti a Capodanno e Carnevale. Ma dopo anni di accurati restauri rinacque più splendente di prima”.

Poi?
“Il Comune cominciò a organizzarci stagioni di prosa e spettacoli di livello quando io ero assessore, in solido con l’assessore agli spettacoli, Andrea Sgolacchia, esponente degli alleati socialisti della giunta superdemocristiana guidata da Adriano Vissani. Non si concedevano permessi all’uso privato, era il luogo privilegiato delle iniziative culturali promossa dalle pubbliche istituzioni. Come il Premio Salimbeni”.
I primi spettacoli del ‘nuovo’ Feronia?
“Quelli delle celebri compagnie Giordana- Zanetti e Tieri-Lojodice, gli incontri con gli attori nella saletta al primo piano del teatro. Giorgio Gaber, che vidi da un palco del proscenio e Salvo Randone in ‘Pensaci Giacomino’, un gigante….era già malato, recitò sempre seduto su una sedia ma ancora ne rammento la naturalezza con la quale interpretava quel personaggio pirandelliano”.
Infine?
“Branciaroli che mi raccontò del suo amore per il teatro. E Mario Luzi, che venne a fare una conferenza. Quello sguardo magnetico”.
Auguri Fulvio per la terza fase della tua brillante vita professionale…
“Non si possono certo dimenticare i primi tempi del ‘Messaggero’, di quando ne ero acerbo ma caparbio collaboratore…”.

