Con la terza dose si può uscire ma con giuste precauzioni, difficile dunque praticare uno sport di contatto
Tutto fermo, non si gioca. Dalla Serie D in giù i campionati sono fermi per via dell’aumento di contagi e gli stessi calendari potrebbero procrastinarsi ulteriormente. Oltre alla riunione con i club di Eccellenza, la questione principale nei pensieri tecnici può essere legata alla questione delle quarantene.
L’ulteriore stop potrebbe contribuire alla possibilità di somministrare la terza dose ai vari calciatori, booster che contribuirebbe a sua volta non solo all’abbassamento nel numero dei casi, ma anche ad una tranquillità maggiore nei vari sintomi. Ecco perché, ad oggi, chi ha effettuato la terza dose può non rimanere in quarantena, uscire con le dovute precauzioni di mascherina e distanziamento fino al tampone negativo dei cinque giorni, grazie al quale può essere maggiormente più tranquillo.
La quarantena si complica negli sportivi. Se una squadra ha diversi giocatori che per cinque giorni devono restare chiusi in casa, seppur negativi, è impossibile giocare. Ad oggi, soprattutto per il dilettantismo, è impossibile pensare ad una “regola speciale” per cui i calciatori possano giocare e non fare l’eventuale “quarantena leggera” che si prevede dopo la terza dose, dato che il contatto diretto con un positivo implica comunque prudenza, distanziamento e mascherina FFP2 che in campo non possono essere rispettate. Ecco perché il tavolo di lavoro verte anche su questioni legate alla quarantena, la possibilità di rivedere nuovamente il protocollo e aspettarsi una modifica ed una “leggerezza diversa” per gli atleti con l’andare delle vaccinazioni e – si spera – i contagi in diminuzione.
