Costantino Rozzi visto dagli occhi di chi non l’ha vissuto

CALCIO – L’ex patron dell’Ascoli nell’immaginario delle nuove generazioni ascolane

di Matteo Rossi

Ci sarà una generazione, forse quasi due, che oggi avrà gli occhi lucidi meno di altri. Oggi è la giornata del Presidentissimo, Costantino Rozzi, a venticinque anni dalla sua scomparsa da questa vita terrena anche se, in molti pensano, che qualcosa di poco terreno gli abbia sempre guidato le scelte, indicato il cammino. Ascoli città oggi si divide perfettamente tra chi ha un ricordo gioioso, singolare, calcistico verso la figura di Costantino e chi invece può solo immaginarlo e viverlo dietro a foto o racconti.

La generazione ascolana che non ha vissuto Costantino Rozzi, i “ragazzi di oggi” chiamateci così, hanno sempre vissuto il proprio amore dell’Ascoli all’ombra di ciò che in realtà non hanno vissuto. A volte, diciamoci la verità, anche vedersi rimpicciolire il proprio tifo ed il proprio amore solo per una mera questione di carta d’identità. Noi Costantino lo abbiamo vissuto attraverso i video su YouTube e le parole di padri, libri e citazioni sparpagliate che danno merito alla grandezza del Presidentissimo. Ma la storia è fatta appositamente per farsi ricordare. In un mondo in cui internet pulsa più del cuore, Rozzi come si suol dire ha messo Ascoli nella cartina planetaria, dunque lui stesso è stato la prima globalizzazione della città. Costantino si è battuto per l’Università, a tutti i costi doveva esserci, luogo di studio e crescita, luogo dove si sviluppa il pensiero critico verso quello che ci circonda, dove si impara a non fermarsi a quello che si sa fare, ma superare i suoi limiti, come fece l’Ascoli stesso nella straordinaria e magnifica annata 1979-80, la migliore di tutti i tempi in relazione al risultato in classifica.

Soprattutto, l’idea che la provincia possa essere al livello superiore di una grande città nel mondo del calcio. Quell’idea, a tratti stilnovista, di questo sport dove un gruppo di amici poteva arrivare a giocarsi la finale di un mondiale, quasi come hanno fatto Holly e Benji, è andata scemarsi in questi venticinque anni di calcio totalmente cambiato. Permettetemi: né meglio, tantomeno peggio, ma diverso. La figura di Costantino noi ragazzi oggi la viviamo spiando dietro la tenda chi si crogiola ancora nella sua gloria, dimenticandosi che lui ci ha lasciato un’idea di futuro, di visionarietà, che appartiene molto di più al mondo giovanile. Ecco dove possiamo tramandare Costantino Rozzi anche noi che non lo abbiamo mai vissuto: nell’aprirsi al futuro mentre tanti guardano nostalgicamente al passato. Vedere imprenditorialmente, con fame ed entusiasmo, oltre la siepe. Il ragionamento fila. Sì Costantino, grazie, anche noi senza conoscerti sappiamo come possiamo viverti.

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