“Ho garantito l’apertura di tutte le mense scolastiche”
La sentenza di appello della Corte dei conti ha confermato la condanna inflitta in primo grado alla dirigente dei Servizi sociali Catia Talamonti a versare 3mila euro al Comune di San Benedetto del Tronto per danno erariale. Nel settembre 2017 aveva assunto 35 operatori mensa a tempo determinato prima dell’approvazione del bilancio consolidato.
“Chiunque dotato di senso di responsabilità pubblica –spiega la dirigente – avrebbe agito esattamente come me di fronte ad una situazione altamente problematica che, se gestita con un approccio meramente formale e distaccato, avrebbe privato tutti gli alunni delle scuole della città del servizio di mensa scolastica per due mesi durante i quali sono stati erogati, grazie alle assunzioni, circa 56mila e 400 pasti”.
Continua Talamonti: “Le procedure di assunzione erano state avviate già nel mese di luglio, quando non era sicuramente prevedibile che si maturasse, ben due mesi dopo (30 settembre), l’inadempimento relativo alla mancata approvazione del bilancio consolidato.
Il documento fu approvato solo a fine novembre 2017 e la Corte dei Conti ha dichiarato l’illegittimità dell’assunzione degli operatori mensa per il periodo dal 2 ottobre fino a fine novembre, nonostante che la determina dirigenziale di assunzione degli stessi operatori fosse datata 29 settembre, data antecedente all’avvenuto inadempimento”.
Dice ancora la dirigente: “Dato che gli operatori delle mense hanno preso di fatto servizio il 2 ottobre 2017, il divieto di assunzione degli operatori mensa è scattato automaticamente e formalmente proprio a causa della mancata approvazione del bilancio consolidato nella scadenza di legge del 30 settembre.
La decisione di fare del tutto per aprire le mense scolastiche, tutelando esclusivamente l’interesse pubblico in un ambito di attività comunale di importanza fondamentale quale quello scolastico, ha fatto scattare la sanzione della Corte dei Conti.
Voglio sottolineare infatti che gli stessi giudici nella sentenza scrivono che la dirigente Talamonti “non ha operato per interesse personale, garantendo l’attuazione di un servizio”. Come dire che, al di là della sanzione inflitta e riconducibile all’inadempimento degli organi preposti ad approvare il bilancio consolidato, le assunzioni erano di per sé legittime e orientate al soddisfacimento del pubblico interesse”.
Conclude la dirigente Talamonti: “Voglio anche rilevare che la Corte ha ridimensionato di circa dieci volte la somma inizialmente posta a carico della sottoscritta e degli altri colleghi individuati come responsabili in considerazione del fatto che, con l’avvio delle mense avvenuto il 1° ottobre 2017, sono stati salvaguardati, oltre che il servizio, anche gli introiti derivanti dal pagamento delle rette da parte delle famiglie”.
