La mappa del voto marchigiano vede i cittadini di 29 comuni dell’Anconetano chiamati alle urne; 22 nell’Ascolano; 22 nel Fermano; 37 nel Maceratese; 38 nel Pesarese
I seggi saranno aperti domani, sabato 8 giugno dalle 15 alle 23 e domenica 9 giugno dalle 7 alle 23. Sono 148, più della metà dei 225 totali, i comuni delle Marche in cui si voterà per le Europeee e per le Amministrative. Tra questi, tre capoluoghi di provincia: Ascoli, Pesaro e Urbino (queste ultime due città costituiscono insieme co-capoluogo di provincia). In altri quattro, sopra i 15mila abitanti: Fano, Osimo, Potenza Picena e Recanati, si potrebbe avere l’appendice del ballottaggio, come per i capoluoghi. La mappa del voto marchigiano vede i cittadini di 29 comuni dell’Anconetano chiamati alle urne; 22 nell’Ascolano; 22 nel Fermano; 37 nel Maceratese; 38 nel Pesarese.
Tornando ai capoluoghi, ad Ascoli saranno due i candidati a sindaco a sfidarsi già al primo turno, dunque, un turno secco in realtà, prima volta nella storia della città che si parta subito con soli due candidati: l’uscente Marco Fioravanti sostenuto da nove liste tra partiti del centrodestra e liste civiche sarà sfidato da Emidio Nardini sostenuto da quattro liste tra partiti del centrosinistra e civiche.
A Pesaro, saranno quattro gli sfidanti per il dopo Matteo Ricci: Andrea Biancani attuale consigliere regionale del Pd sostenuto da sette liste; Marco Lanzi sostenuto da sei liste, centrodestra e liste civiche; Pia Perrici, l’unica candidata donna sostenuta da una lista; Fabrizio Oliva sostenuto da una lista civica.
A Urbino, caso unico in Italia, sarà la prima tornata elettorale dopo il riconoscimento di co-capoluogo di provincia e, dunque, con le regole per i comuni sopra i 15mila abitanti. Se non fosse, però, che i residenti non raggiungono questa cifra. Ne è conseguita la possibilità per il sindaco uscente, Maurizio Gambini, sostenuto da tre liste (centrodestra e civiche) di correre di fatto per un terzo mandato. A sfidarlo saranno: Federico Scaramucci sostenuto da sette liste (Centrosinistra, M5s e civiche) e Francesca Maria Crespini sostenuta da una lista civica.
Passando agli altri quattro comuni sopra i 15mila abitanti, a Fano, il dopo Seri (centrosinistra), vedrà fronteggiarsi: l’uscente vicesindaco Cristian Fanesi sostenuto da cinque liste (Centrosinistra e civiche); Luca Serfilippi, consigliere regionale della Lega, sostenuto da cinque liste (centrodestra e civiche); Stefano Marchegiani sostenuto da cinque liste (Movimento 5 Stelle e civiche).
Ad Osimo, per il dopo Pugnaloni (centrosinistra), tre i candidati in lizza: Michela Glorio sostenuta da otto liste (Centrosinistra, Movimento 5 Stelle e civiche); Francesco Pirani sostenuto da nove liste (FdI e liste civiche); Sandro Antonelli sostenuto da sette liste (liste civiche tra cui alcune sostenute, senza simbolo, da Fi e Lega). A Recanati, altra sfida a tre: l’uscente Antonio Bravi sostenuto da cinque liste (Centrosinistra allargato e civiche); Emanuele Pepa sostenuto da sei liste (Centrodestra compatto e civiche); Francesco Fiordomo sostenuto da sei liste (Liste civiche). Infine, Potenza Picena, città di residenza del presidente della Regione Francesco Acquaroli, dove a sfidarsi saranno in due, quindi, di fatto un turno unico nonostante sia una città sopra i 15mila abitanti: l’uscente Noemi Tartabini sostenuta dal centrodestra e l’ex parlamentare Pd Mario Morgoni.
Per poter votare, l’elettore deve presentarsi al seggio con un documento di riconoscimento valido (carta d’identità, passaporto, porto d’armi o patente di guida) e con la tessera elettorale, verificando di avere spazi disponibili per la timbratura.

La Legge per le Amministrative prevede due modalità di voto in base al numero degli abitanti. I Comuni con un numero di abitanti inferiore alle 15mila unità votano con sistema maggioritario in unico turno, non è consentito il voto disgiunto e vince chi ottiene più preferenze. Si possono esprimere una o due preferenze della lista collegata al candidato Sindaco, ma nel caso di due, occorre rispettare la parità di genere, pena l’annullamento della seconda.
Nei Comuni superiori a 15mila abitanti si segue un sistema elettorale di tipo maggioritario con possibilità di ballottaggio (eventualmente il 23 e 24 giugno prossimi dove a sfidarsi saranno i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti) qualora nessuno dei candidati a Sindaco raggiungesse la maggioranza assoluta dei voti validi, almeno il 50%+1).
È consentito il voto disgiunto, cioè votare un candidato a Sindaco e un candidato consigliere di una lista a questi non collegata; o scegliere di votare solo il Sindaco; o votare il Sindaco e una lista a questi collegata. Si possono esprimere una o due preferenze della lista collegata al candidato Sindaco, ma nel caso di due, occorre rispettare la parità di genere, pena l’annullamento della seconda.
Per le Europee gli elettori dovranno esprimere il proprio voto su una scheda di colore rosso, con un massimo di tre preferenze scrivendo il nome e il cognome, o solo il cognome nelle rghe poste al fianco della lista votata. In caso di omonimia, sarà fondamentale specificare sia il nome che il cognome del candidato scelto). Nel caso in cui vengano espresse più preferenze bisognerà fare attenzione al genere scegliendo candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda e terza preferenza. Per esprimersi bisognerà scrivere il nome e cognome del candidato e non il numero di riferimento.
Per le elezioni Europee lo scrutinio inizierà alle 23 di domenica 9 giugno, alla chiusura dei seggi. Mentre per le Elezioni comunali lo scrutinio si svolgerà a partire dalle ore 14 di lunedì 10 giugno.
