Le parole di Flavia Giombetti
di Marica Massaccesi
A 1500 giorni dal sisma un altro anno sofferto per i terremotati. Sono 250 le persone, in parte terremotate e in parte con disagi socio-economici, costrette a vivere nel villaggio di container allestito nella zona industriale di Tolentino. Il Comitato 30 ottobre denuncia la complicata situazione e le criticità negli alloggi a disposizione, stanze piccolissime con alcuni ambienti in comune come il bagno e la mensa. All’interno dei container ci sono tantissime storie: persone che hanno perso i propri cari, famiglie con bambini e anziani spaventati e dimenticati. C’è anche Mario Eleonori, pensionato che ha festeggiato i suoi 90 anni proprio quest’anno all’interno della sua stanza. Il villaggio nella città di Tolentino era stato realizzato con i fondi del sisma dalla protezione civile e dall’amministrazione comunale, preferendo questo tipo di alloggio alle SAE, le cosiddette “soluzioni abitative emergenziali”.
Da quattro anni dal quel terribile 30 ottobre 2016, la situazione si è aggravata con il coronavirus. Il distanziamento sociale e la sanificazione di ambienti sono diventati difficili da rispettare. Così il “Comitato 30 ottobre” non ha mai abbassato la guardia e ha cercato di aiutare i terremotati affinché all’interno del villaggio le misure anti-covid venissero rispettate, inviando una lettera anche alla Prefettura di Macerata. “Siamo forse più abituati al sacrificio, quando abbiamo abbandonato le nostre case dalla mattina alla sera e abbiamo dovuto ricostruire una vita. Quando è arrivata la pandemia eravamo più preparati in un certo senso, ma non è stato facile” ha raccontato la presidente del Comitato Flavia Giombetti che da anni sta cercando di chiarire la situazione e aiutare i terremotati coinvolti. Il virus è entrato in silenzio anche qui. E, nel pieno della pandemia, per porre fine al problema il villaggio è stato recintato e posto un varco in entrata e in uscita. Nessuno è più entrato. E ancora oggi è difficile entrare anche solo per portare aiuti e gesti solidali ai terremotati in questo periodo di festività natalizie. “Dopo tutto questo tempo ci sono ancora persone in attesa di poter tornare a vivere in un’abitazione dignitosa” ha concluso Flavia Giombetti. All’emergenza abitativa si aggiungono le implicazioni a livello di salute fisica e mentale, in un ambiente che appare abbandonato e lasciato alla solitudine umana.
