Sono ore calde in casa Civitanovese. Al centro dell’attenzione c’è la querelle societaria con l’imprenditore Davide Ciaccia determinato a rilevare il club attualmente nelle mani di Mauro Profili. E proprio in giornata Ciaccia ha diramato un comunicato per spiegare un pò tutta la situazione: “Sono rimasto in silenzio fino ad oggi, per rispetto della città e della società. Ma il tempo passa e nulla accade. Ecco perché sento il dovere di fare chiarezza”. Inizia così il contenuto dell’imprenditore che poi prosegue. “Dai primi giorni di maggio mi sono avvicinato alla Civitanovese Calcio con autentico rispetto, con discrezione e in assoluto riserbo. Ho scelto il silenzio, il rispetto per l’attuale presidente e il senso di responsabilità che compete a chi si propone per un progetto serio. Non ho mai rilasciato dichiarazioni, proprio per garantire all’attuale gestione il clima migliore, evitando qualsiasi tensione. Oggi però, per rispetto verso la città, ritengo giusto e necessario chiarire i fatti. Il mio interesse è nato a fronte di numerose dichiarazioni pubbliche che lasciavano intendere la volontà di cedere la società. Ho preso atto di quelle parole e ho agito con spirito costruttivo, manifestando un interesse concreto, offrendo da subito garanzie serie, trasparenti e verificabili, coinvolgendo anche l’amministrazione comunale per garantire un percorso chiaro. Sono passati oltre cinquanta giorni. E in tutto questo tempo non ho ricevuto alcuna risposta formale o informale, né mi è stato concesso l’accesso a documenti fondamentali per comprendere lo stato della società. E questo nonostante avessi garantito riservatezza assoluta. Chiunque, di fronte a un simile silenzio, avrebbe legittimamente fatto un passo indietro. Io no. Sono rimasto, perché Civitanova mi ha colpito profondamente: per la passione dei suoi tifosi, per la forza della sua identità sportiva, per la voglia concreta di tornare a costruire qualcosa di importante. Per dare solidità al mio impegno, ho acquisito il 25% delle quote societarie tramite delega piena da un socio legittimo, il signor Lotorto. Un accordo chiuso in due minuti tra persone perbene. Da quel momento, come previsto da ogni prassi seria e corretta, avrei dovuto accedere alla documentazione societaria. Ad oggi, non ho ricevuto alcun documento. Non conosco la situazione patrimoniale del club, non ho ricevuto alcuna stima – neppure verbale – sull’eventuale entità dei debiti. Non mi è stato comunicato chi sia il tenutario dei libri contabili né dove siano custoditi. Non conosco il nome del commercialista….

Avevo chiesto soltanto una cosa, in modo diretto ma sereno: “Per favore, non portiamola al 10 luglio”, perché chi conosce il calcio sa bene che, a cinque giorni dall’iscrizione al campionato, non si può costruire nulla di serio. Eppure, in data 20 giugno, proprio il 10 luglio è stato indicato come prima data utile per visionare la documentazione…… La data fissata rende tecnicamente inattuabile qualsiasi progetto. Chi si sottrae al confronto e alla trasparenza non lascia spazio all’ambiguità: le intenzioni si misurano nei fatti, non nelle parole. Il progetto che intendo proporre non è improvvisato e deve essere partecipato e condiviso dalla città. È un piano strutturato, pluriennale, orientato alla stabilità, alla crescita e alla valorizzazione della Civitanovese, capace di coinvolgere l’intero territorio, le famiglie, i giovani, e chi vive il calcio come identità. Ma un principio è inderogabile: nessun imprenditore serio firma accordi o versa risorse senza aver accesso alla documentazione. E per quanto mi riguarda, non verserò un euro senza prima consultare dati formali, completi e verificati. Non accetterò condizioni sbilanciate né imposizioni. E, ancor più, esigo la libertà di scegliere persone, professionisti e tecnici con cui costruire, con metodo e responsabilità. Nel frattempo, calciatori di valore e allenatori molto richiesti stanno ancora attendendo, con rispetto e pazienza, l’evoluzione di questa vicenda. Sono pronti a indossare questi colori, a credere in questo progetto, a mettersi a disposizione della città. A loro va il mio ringraziamento più sincero. Così come lo rivolgo a un team di lavoro già attivo e motivato, che ogni giorno, con discrezione, si prepara con professionalità per essere pronto fin dal primo minuto. Civitanova è una piazza vera. Orgogliosa, passionale, consapevole. Qui il calcio non è contorno: è appartenenza. Il mio impegno non è mai venuto meno. Il mio rispetto per la città resta totale. Ma oggi, con senso civico e chiarezza, sono costretto a prendere atto che questa opportunità è stata bloccata nei fatti. Io ci sono. E ci voglio essere. Ma alle condizioni che questa città merita: trasparenza, serietà e libertà di costruire. Perché la Civitanovese non è un affare privato. È storia, è patrimonio identitario di un’intera comunità. E va trattata con il rispetto che si deve a ciò che conta davvero. Forse questa chiarezza rallenterà o bloccherà la trattativa. Ma non potevo più tacere. Non in una città che merita trasparenza, rispetto e verità”.
