PROMOZIONE – L’ex tecnico rossoblu chiarisce le sue dimissioni: “Via perché ognuno deve svolgere il proprio ruolo, non permetto che qualcuno metta bocca sulle mie decisioni tecniche”
di Enrico Costantini
La Civitanovese che scrive sul suo sito le sue verità in merito alle dimissioni di Emiliano Da Col ha aumentato la delusione e l’amarezza dell’ex tecnico il quale dichiara: “Mi dispiace che sia finita l’avventura in rossoblu, una squadra con la quale prima di essere stato l’allenatore ho avuto l’onore di giocarci nei campionati professionistici, guidata da grandi tecnici che mi hanno insegnato tanto. Confermo quello che hanno scritto sul sito però non ci sto a passare per uno sprovveduto. Dichiarano che hanno giocato troppi giovani, che i cambi sono stati sbagliati e questo aumenta ancora di più la mia amarezza perché io la formazione la faccio senza guardare la carta d’identità, ma con chi durante la settimana si impegna e poi in gara mi potrà dare le giuste garanzie. D’altra parte se un giovane è bravo lo faccio sempre scendere in campo perché è un patrimonio della società. Mi accusano – prosegue Da Col come un fiume in piena – di fare giocare alcuni giocatori piuttosto che altri ma non hanno capito che io non mi faccio influenzare da dirigenti che vogliono intromettersi nelle questioni e nelle decisioni che deve prendere l’allenatore in piena autonomia. Visto che questo è venuto a mancare, da persona seria quale sono me ne sono andato. Io ho sempre spiegato ai dirigenti il mio operato, però non accetto chi si intromette nelle mie scelte. Questo è il vero motivo per il quale me ne sono andato, con questi presupposti non c’erano più le condizioni per andare avanti perché dal momento in cui viene a mancare la fiducia, per il bene di tutti è meglio andarsene. Credo che in questi tre mesi di permanenza alla guida tecnica della squadra abbia fatto bene, spesso in condizioni di vera emergenza, come scritto da voi (riferendosi a Youtvrs.it) su vari articoli. Dicono che non ho retto all’alta pressione della piazza. Questa è una barzelletta perché conosco Civitanova e quando ho accettato sapevo quello che mi aspettava quindi nessuna pressione, ma le ingerenze da parte di dirigenti che vogliono fare anche le formazioni, non lo accetterò mai perché perderei di credibilità nei confronti dello spogliatoio. Quindi, ripeto, questo è il vero motivo per il quale me ne sono andato. Auguro – ha concluso – alla Civitanovese e al mio successore le migliori fortune, però mi permetto di dare un consiglio: in una società sportiva ognuno deve occuparsi dei ruoli che gli sono stati assegnati. Quando un presidente o dirigente vuole fare anche l’allenatore cercando di influenzare il vero tecnico nella scelta degli uomini da mandare in campo, non si va lontano quindi, meglio andarsene come ho fatto io”.
Author: Alessandro Molinari
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