Civitanovese, i giocatori salvano De Filippis: “Pronto a ripartire, ora ho le idee chiare”

POST DERBY – Il tecnico rossoblu ha la piena fiducia dello spogliatoio. Patron Profili tuona: “Aggiusteremo la squadra seguendo le direttive dell’allenatore”

di Enrico Costantini

Dopo aver smaltito, in parte, la delusione per il derby perso in rimonta, i rossoblu son tornati al lavoro per affrontare al meglio la sfida di domenica quando al Polisportivo arriverà la Sangiorgese. Inevitabilmente la partita persa a Macerata ha aperto la crisi e conseguentemente ieri è stata una giornata tempestosa, con il DS Di Meo che si è messo in discussione e intenzionato a mollare dicendo: “La squadra l’ho costruita io e l’allenatore l’ho scelto in piena autonomia, per questo mi assumo tutte le colpe per i risultati deludenti finora ottenuti e da superfavoriti ci hanno spinto all’ultimo posto della graduatoria. Per questo è giusto che mi faccia da parte”. Anche il tecnico De Filippis aveva, a voce, rassegnato le dimissioni. Sono state ore frenetiche dove si sono rincorse le voci più disparate e fatto nomi di possibili sostituti. C’e’ stato un faccia a faccia con il presidente Profili il quale, con senso di responsabilità, ha invitato tutti a rimanere al proprio posto. A notte fonda ci ha chiamato e ha smentito le diverse voci: “Tutti restano al loro posto perché non possiamo mandare in fumo l’intero lavoro svolto in questi mesi. Certo, la delusione è tanta però abbiamo ancora la possibilità di recuperare e aggiusteremo prendono i giocatori che ci chiederà il tecnico. Ora bisogna fare quadrato e liberare la mente dei giocatori perché sono i primi a soffrire della situazione che si è creata poi, a dicembre, tireremo le somme”. Oggi alla ripresa degli allenamenti abbiamo incontrato il tecnico: “Sono pronto a ripartire. Ora ho le idee chiare sia sui giocatori, sia del modulo che adotterò da domenica prossima. Tutto l’ambiente deve darci una mano e cominciare a pensare partita dopo partita lasciiando, per ora, da parte i sogni di gloria perché il fatto di dovere vincere ad ogni costo crea soltanto difficoltà mentali nei ragazzi, molti dei quali devono ancora entrare nell’ottica del calcio italiano. I calciatori, presi singolarmente, sono forti ma ancora non siamo una squadra. Per esserlo dobbiamo avere tempo e non avere l’oppressione del risultato. Solo così – ha concluso – possiamo liberarci delle paure che ci perseguitano e diventare una squadra con la esse maiuscola”. I giocatori ieri hanno fatto la loro parte chiedendo ai vertici di non sostituire l’allenatore. Questo lascia intendere che, malgrado i risultati negativi, loro sono dalla parte del tecnico. L’Italia è un Paese dove tutti sono sempre pronti a salire sul carro dei vincitori e mettersi la medaglia al petto, lo stesso dovrebbe valere quando le cose girano per il verso sbagliato e sul piatto non c’è la torta, ma un pezzo di pane duro; solo così si potrebbero dare segnali positivi e remare all’unisono, altrimenti si fa dura. Criticare è facile, difficile è quando bisogna metterci gli attributi e mangiare tutti insieme pane e acqua.

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