“La vendita è consentita solo in farmacia dietro prescrizione medica per qualsiasi percentuale di Thc contenuta nelle confezioni”
Altri due negozi di cannabis light chiusi a Civitanova. L’operazione si è svolta questa mattina: il questore Pignataro ha disposto la chiusura di ben due attività commerciali di Civitanova Marche. I titolari dell’esercizio commerciale sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Da accertamenti, non risulta che l’esercizio in questione abbia mai cambiato la sua denominazione commerciale, comunicato o richiesto all’ufficio commerciale del Comune di Civitanova Marche di voler procedere alla vendita di medicinali di origine vegetale a base di cannabis. Inoltre, non risultano nella sua tabella merceologica né alla natura stessa dell’attività commerciale: in quanto “medicinali a base di cannabis” potrebbero essere dispensati solo ed esclusivamente dalle farmacie a seguito di ricetta medica. Il titolare di uno dei due esercizi commerciali non risulta essere in possesso di alcuna autorizzazione per la vendita di farmaci e medicinali.
Dopo questo nuovo intervento, il questore di Macerata Antonio Pignataro ha dichiarato: “Anche oggi ho applicato la legge chiudendo due negozi di cannabis legale al fine di tutelare le giovani generazioni e per dare una risposta concreta alle tante mamme e ai tanti papà che si sono rivolti alla mia persona preoccupati per i propri figli che in questi negozi acquistavano liberamente cannabis per poi fumarla anche in casa, precisando ai loro genitori che fumarla era ormai legale, perché la legge lo consentiva”.
Per questo il Questore ha lanciato un grido d’allarme e si è fatto portavoce dei ragazzi di San Patrignano e della Comunità Incontro. Pignataro precisa: “Qui a Macerata, la filiera istituzionale della giustizia, con l’audace Procuratore Giorgio e dei suoi valorosi Magistrati, e della Sicurezza, con la Polizia di Stato, ha funzionato perfettamente. Oggi, in questa provincia, per la Magistratura e per la Polizia, è un giorno importante perché hanno fatto prevalere i principi dello Stato di diritto e, soprattutto, hanno fatto prevalere il bene sul male, che avrebbe portato dolore in tante famiglie. Alle tante mamme che soffrono per i loro figli che fanno uso di cannabis avevo promesso che avrei chiuso tutti i negozi di Cannabis legale: oggi con la chiusura di questi altri due negozi, ho onorato la mia promessa. Vili e criminali logiche economiche non possono rendere l’Italia, “culla del Diritto“, un paese privo di cultura giuridica, legalizzando di fatto, e, dunque, senza un supporto scientifico e, soprattutto, normativo, “la cannabis” alla stessa stregua di quanto si verifica, “per legge”, in alcuni Paesi del mondo, in cui liberalizzazione ha portato una devastazione sociale sempre più documentata da dati e lavori scientifici elaborati unanimemente da innumerevoli e prestigiose università internazionali. Da queste ricerche è risultato che la cannabis crea sulla salute dei nostri figli scenari patologici devastanti, come si sta concretizzando in quei Paesi dove è stata liberalizzata”.
In ordine all’imminente decisione relativa al contrasto scaturito tra le rispettive Sezioni della stessa Corte, il Questore di Macerata afferma: “La cannabis light non esiste e i negozi che vendono tali sostanze, per legge, dovrebbero essere tutti chiusi. Basta leggere i lavori del professore Rino Froldi, già direttore dell’Istituto di Medicina Legale dell’università di Macerata, il quale ha fatto parte della Commissione finalizzata ad accertare la tossicità della cannabis. Analizzando i suoi studi si può rilevare che “il termine effetto drogante ovvero percentuale dello 0,5 % di THC “ è un dato tecnico erroneamente recepito dalla giurisprudenza senza alcuna motivazione scientifica e, soprattutto, senza alcun riferimento normativo”.
Il Questore conclude dicendo: “qualsiasi percentuale di Thc, che peraltro è stata sempre rilevata nelle confezioni sequestrate nei negozi di cannabis, rientra nella nota tabella D.P.R. 309/90 e, quindi, come sostanza psicoattiva, la vendita è consentita solo in farmacia dietro prescrizione medica non ripetibile e per patologie particolari”. Il Testo Unico sugli stupefacenti, D.P.R. 309/90 e successive modifiche, non ha mai indicato alcun limite per le preparazioni considerate stupefacenti e inserite nella tabella 2 (foglie e infiorescenze di cannabis, resina di cannabis, olio di cannabis). In realtà è una prassi riferire a 0.5 % di Thc il limite oltre il quale ritenere le preparazioni delle cannabis con lo scopo di produrre effetti psicotropi e stupefacenti. Tale dato tecnico, elaborato negli anni 80, fu calcolato su uno spinello del peso complessivo di 1 grammo ed è stato utilizzato negli anni dalla giurisprudenza come “valore idoneo a produrre effetti stupefacenti” ma non ha alcuna motivazione scientifica né riferimento normativo e, soprattutto, risulta ingannevole in quanto la stessa percentuale dovrebbe essere considerata in relazione alla quantità di sostanza stupefacente che una persona assume: basti pensare che dove si fumano tre spinelli contenenti 0.2 % Thc si raggiungerà una percentuale di 0.6 % Thc e, come tale, più che idonea a produrre effetti stupefacenti.
L’introduzione della L. 242/2016 “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” non ha fatto altro che destare confusione in quanto sono stati disciplinati i settori nei quali la canapa coltivata può essere impiegata ma non è stata mai prevista come finalità la commercializzazione di tali infiorescenze per il consumo umano. Su questo argomento, il 10 aprile si è espresso il Consiglio Superiore di Sanità manifestando un parere contrario alla commercializzazione di tali sostanze, ritenendo che la vendita dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, in cui viene indicata sull’etichetta la presenza di “cannabis” o “cannabis light”, qualunque ne sia il contenuto percentuale di Delta-9 THC pone certamente motivo di preoccupazione e per questo non si dovrebbe consentire la libera vendita di questi prodotti.
