Cirulli-Di Biagio, facciamo chiarezza

L’azione del rigore

Il “rigore più rosso” ha deciso il derby delle polemiche. Decisione giusta? Proviamo a capire

di Lorenzo Cervigni

Il pomeriggio del “Della Vittoria” ha detto bene alla Maceratese. Rimonta, tre punti e vetta della classifica. Ma non senza polemiche. Ha fatto discutere, infatti, la decisione del direttore di gara, Reali di Foligno, di concedere la massima punizione per il contatto tra Cirulli e Di Biagio. Rigore e rosso al difensore cremisi al 23′ del secondo tempo. Polemiche sulla posizione di partenza dell’attaccante della Rata, ma anche e soprattutto per l’espulsione diretta al 4 di Passarini. Decisione legittima? Chiaro errore? Nì, perché neanche il regolamento ci dice con certezza quale fosse la decisione migliore.

Al paragrafo sul “Negare la segnatura di una rete o un’evidente opportunità di segnare una rete” – formalmente il famigerato “DOGSO”, per i meno avvezzi la “chiara occasione da gol” – il regolamento non esclude la possibilità di sommare il cartellino rosso al rigore. È infatti punibile con rigore e con il giallo il “calciatore colpevole di un’infrazione che deriva da una contesa per il pallone o da un tentativo di giocare il pallone in area”. In tutti gli altri casi “ad esempio trattenere, spingere, tirare, mancanza di possibilità di giocare il pallone, etc. il calciatore colpevole dovrà essere espulso”.

I criteri che il direttore di gara è chiamato a considerare nella decisione sono “La distanza tra il punto in cui è stata commessa l’infrazione e la porta, la direzione generale dell’azione di gioco, la probabilità di mantenere o guadagnare il controllo del pallone, la posizione e il numero dei difendenti”.

In definitiva, non necessariamente Reali sbaglia nell’espellere Di Biagio. Dal momento che per l’arbitro il contatto è falloso, va considerato che Cirulli è lanciato a rete e può calciare senza opposizione e che Di Biagio è alle sue spalle. L’entità del contatto e le effettive possibilità che il difensore potesse andare efficacemente a contrasto restano all’interpretazione dell’arbitro, che in questo caso ha evidentemente ritenuto che il difensore cremisi non potesse opporsi “lealmente” all’azione di Cirulli.

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