Cinghiali, cacciatori in protesta: braccia incrociate nel Piceno

A tre giorni dal via dell’imminente stagione di caccia al cinghiale, il Piceno assiste alla prima grande protesta del settore. Come preannunciato appena due settimane fa, oltre 1.000 appassionati attivi in tutta la Provincia hanno confermato la volontà di incrociare le braccia in segno di protesta. Le cause, come illustrato dai cacciatori, sono rappresentate dalle richieste formulate e mai accolte dalla Regione, relative alla diminuzione delle spese a carico dei praticanti di caccia al cinghiale in forma collettiva. In particolare, l’estensione della durata della stagione a 4 mesi per far fronte alla diffusione della peste suina africana, oltre alla modifica di alcuni vincoli normativi, con relativi oneri, da rispettare, sono stati i cardini delle richieste presentate diversi mesi fa dai cacciatori all’assessore regionale Andrea Maria Antonini. Ad oggi, però, da Palazzo Raffaello non è arrivata alcuna rassicurazione ai cacciatori, che per questa ragione hanno deciso di non prendere parte alla stagione di caccia in forma collettiva.
Nella serata di venerdì 27 settembre, durante una riunione indetta dall’Ambito territoriale di caccia di Ascoli, i capisquadra di 21 delle 22 squadre attive nel Piceno hanno rifiutato di ritirare i registri forniti dalla Regione, confermando la volontà di fermarsi a meno di formali passi indietro da Ancona. Poche ore a disposizione per salvare la stagione di caccia: non si escludono sorprese, senza le quali i cacciatori incroceranno per la prima volta le braccia.

Federico Ameli
Author: Federico Ameli

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