Ascoli-Inter del 2006, il gol che cambiò il risultato e la personalità del serbo
Con grande dolore di tutto il mondo del calcio, Siniša Mihajlović è deceduto all’età di 53 anni dopo la lotta contro la leucemia con cui combatteva dal 2019. Mihajlović, esempio per il Bologna tra cui milita anche l’ascolano Riccardo Orsolini, è stato anche un gran centrocampista vestendo le maglie di Lazio, Sampdoria e Inter, anche se il vero amore è stato quello della Stella Rossa di Belgrado. Da giocatore, Mihajlović ha scritto soprattutto una pagina molto concreta nelle Marche. Era l’8 Aprile del 2006, un’Inter dai due volti vince ad Ascoli (c’era riuscita solo la Juventus) e sorpassa momentaneamente il Milan al secondo posto. Allo stadio Del Duca si gioca l’anticipo, c’erano tanti tifosi ascolani, pochi quelli interisti. Il motivo? L’eliminazione dalla Champions aveva fatto agitare un bel po’ l’ambiente. Ferrante fa 1-0 per i bianconeri, dopo che Samuel ha pensato bene di trattenere Quagliarella in area di rigore. Si va negli spogliatoi sull’1-0. La serata non si può dire calda, neanche glaciale. Gli occhi di Siniša invece si.
Non era nella formazione titolare (come a Villareal), infatti nell’intervallo si scalda, ovviamente provando i calci di punizione, marchio di fabbrica. Uno, due, tre, con pali, traverse e pizzicate all’incrocio. Tanto che, repetita iuvant, alla fine un paio ne mette dentro. I tifosi dell’Ascoli sono già caldi, punzecchiano il serbo irridendolo perché non riesce a metterla in rete. All’ennesimo scherno, il sempre pacato Mihajlović alza testa e voce, facendo chiaro segno con le dita: “Ci vediamo dopo, la metto dopo”. E giù di fischi. Il primo a rientrare è l’allenatore Roberto Mancini che toglie proprio Samuel e piazza l’ex Stella Rossa. Prima c’è il tempo per Coppola di buttare giù Oba-Oba Martins, con El Jardinero Cruz che piazza il rigore. Poi, tutto dopo dieci minuti nemmeno, proprio Mihajlović calcia una punizione dal limite, nella stessa zona in cui ci ha provato all’intervallo. Missile a mezz’altezza, Coppola non ci arriva e l’interista esulta, ribaltando il risultato e portando l’Inter alla vittoria in terra picena. Una persona, per onestà e grinta, giusto per citarne due di pregi, mancherà tantissimo al calcio italiano e personalità che ha mostrato anche nelle Marche.
