CETA, questo sconosciuto

Torna come ogni domenica la rubrica “Il volo del Condor”

Forse alcuni di Voi ricorderanno che qualche anno fa, si è parlato del TTIP, un trattato sulla base di “trattative segrete”, condotto tra i rappresentanti designati degli stati appartenenti all’Unione Europea, gli Stati Uniti e le multinazionali , che poi, quando per una serie di ragioni è stato reso pubblico, non si è grazie a Dio perfezionato In breve, si trattava di un accordo che presupponeva che le legislazioni di Stati Uniti ed Europa, si piegassero alle regole del libero scambio, stabilite da e per le grandi aziende multinazionali europee e statunitensi .

Il trattato avrebbe coinvolto 50 stati degli Stati Uniti d’America e 28 nazioni dell’Unione Europea, per un totale di circa 820 milioni di cittadini ma, nonostante fosse destinato a influenzare e sconvolgere le vite di tutti noi, i negoziati erano secretati e nessun organo di informazione se ne è mai stranamente occupato.

Ma i celebrati giornalisti di inchiesta dov’ erano?

Poi qualcosa è finalmente emerso e l’opinione pubblica si è schierata apertamente contro questo ennesima truffa perpetrata ai nostri danni dall’ Unione Europea .

Di cosa parliamo ?

L’obiettivo dichiarato dell’accordo, era aumentare gli scambi e gli investimenti tra l’UE e gli Stati Uniti, realizzando il potenziale inutilizzato di un mercato enorme, che si suggeriva generasse nuove opportunità economiche, creando posti di lavoro e di crescita, mediante un maggiore accesso al mercato ed una migliore compatibilità normativa e ponendo le basi per norme globali».

Ma era davvero così ?

L’accordo doveva agire in tre principali direzioni: aprire una zona di libero scambio tra Europa e Stati Uniti, uniformare e semplificare le normative tra le due parti abbattendo le differenze non legate ai dazi e migliorare le normative stesse.

L’accesso al mercato, che riguardava quattro settori: merci, servizi, investimenti e appalti pubblici.

Si prevedeva l’eliminazione di tutti i dazi sugli scambi bilaterali di merci, con lo scopo comune di raggiungere una sostanziale eliminazione delle tariffe doganali , al momento dell’entrata in vigore dell’accordo.

La liberalizzazione riguardava anche gli appalti pubblici, per «rafforzare l’accesso reciproco di questo mercato ad ogni livello amministrativo (nazionale, regionale e locale) , quindi aziende europee potevano partecipare a gare d’appalto statunitensi e viceversa.

E’ stato commissionato da “lor signori” uno studio dell’impatto economico che avrebbe avuto su tutti noi l’entrata in vigore di questo trattato. A chi è stato affidato ? Naturalmente al Center for Economic Policy Research di Londra, finanziato principalmente da grandi banche internazionali.

La realtà è che con l’approvazione di questo trattato, si sarebbero superate ed eluse con estrema disinvoltura, le norme adottate da ogni singolo Stato Europeo a tutela della nostra salute, economia, ambiente, poiché avremmo perso ogni controllo su tali tematiche.

Il rischio sarebbe stato di avere farmaci meno affidabili, aumento della dipendenza dal petrolio, perdita di posti di lavoro per la scomparsa delle norme sulla preferenza nazionale in materia di forniture pubbliche, assoggettamento degli stati a un diritto fatto su misura per le multinazionali, e così via. 

Il punto principale era che l’armonizzazione delle norme sarebbe fatta al ribasso, a vantaggio non dei consumatori ma delle grandi aziende.

Qualche esempio pratico.

I paesi dell’UE hanno adottato le normative dell’Organizzazione dell’ONU che si occupano di lavoro mentre gli Stati Uniti, hanno ratificato solo due delle otto norme fondamentali. Quindi si sarebbe rischiato di minacciare i diritti fondamentali dei lavoratori.

L’eliminazione delle barriere che frenano i flussi di merci, avrebbe reso più facile per le imprese scegliere dove localizzare la produzione in funzione dei costi, in particolare di quelli sociali.

L’agricoltura europea, frammentata in milioni di piccole aziende, sarebbe finita in una crisi profonda, perché non più protetta dai dazi doganali, soprattutto se fosse stato dato il via libera alle colture OGM .

Il trattato avrebbe avuto conseguenze negative, o meglio avrebbe fatto scomparire le piccole e medie imprese, che con le multinazionali non avrebbe potuto reggere la concorrenza.

Ci sarebbero rischi per i consumatori, perché i principi su cui sono basate le leggi europee sono diverse da quelli degli Stati Uniti. In Europa vige il principio di precauzione (l’immissione sul mercato di un prodotto avviene dopo una valutazione dei rischi) mentre negli Stati Uniti per una serie di prodotti si procede al contrario: la valutazione viene fatta in un secondo momento ed è accompagnata dalla garanzia di presa in carico delle conseguenze di eventuali problemi legati alla messa in circolazione del prodotto. Oltre alla questione degli OGM, con riferimento all’uso incontrollato di pesticidi, all’obbligo di etichettatura del cibo, alla protezione dei brevetti farmaceutici, nei cui ambiti la normativa europea e soprattutto di ogni Stato , offre tutele maggiori.

Si sarebbe andato verso la privatizzazione dei servizi pubblici e quindi progressivamente, verso la loro scomparsa . 

Ma l’aspetto più rilevante e pericoloso, era l’adozione della clausola denominata ISDS, Investor-State Dispute Settlement. Questa clausola prevedeva la possibilità per le multinazionali di ricorrere ad una sorta di giustizia terza in caso di violazione, da parte dello Stato destinatario degli interessi dell’ investitore.

Le aziende avrebbero potuto opporsi alle politiche sanitarie, ambientali, di regolamentazione della finanza o altro attivate nei singoli paesi, reclamando interessi davanti a tribunali terzi, qualora la legislazione di quei singoli paesi avesse ridotto la loro azione e i loro futuri profitti.

Per essere chiari, in caso di controversia non ci si sarebbe potuti rivolgere alla magistratura ordinaria ed imparziale, essendo obbligati ad affidarsi al giudizio inappellabile, di un arbitrato privato, formato da un collegio di professionisti (disinteressati!!), che potevano riunirsi ovunque nel mondo, in un hotel o in una casa.

Una follia giuridica e la fine dello stato di diritto.

Ma l’abbiamo scampata direte voi ed invece, non è così.

Eh si, perché il TTIP è stato abbandonato ma solo per far posto al CETA , ovvero lo stesso identico tipo di trattato, nel quale è stata solo sostituita uno delle parti, ossia gli Stati Unici, per lasciare il passo al Canada.

Percorso identico, trattative segrete nei salotti dell’Unione Europea, nessun coinvolgimento o informazione fornita ad i cittadini Europei .

L’ accordo è entrato in vigore nella segretezza più assoluta in via provvisoria, il 21 settembre 2017 e fa seguito all’approvazione da parte degli Stati membri dell’UE, espressa al Consiglio, e del Parlamento europeo. Il trattato entrerà in vigore tuttavia pienamente e in via definitiva, solo quando tutti gli Stati membri dell’UE lo avranno ratificato.

Ma nel frattempo, cosa ha deliberato recentemente la Corte di Giustizia Europea di Strasburgo ?

Ha dato inopinatamente ed ovviamente, il via libera a quel sistema stragiudiziale dell’ ISDS di cui parlavamo prima, cosicché ora, in caso di controversia, una multinazionale potrà chiamare in causa uno Stato membro non presso un tribunale ordinario ma dinanzi ad un arbitrato, nelle forme e nei modi che vi descritto poc’anzi.

Con questa Sentenza del 30 aprile 2019, si è legittimato un sistema che consente alle multinazionali di fare causa agli Stati, per scoraggiare l’approvazione di leggi che minacciano i loro profitti.

Ma l’Unione Europea, che rappresenta, per una moltitudine di motivi (di cui vi parlerò in seguito) la più grande truffa politica – economica del secolo, non dovrebbe tutelare i nostri interessi ?

Il Condor

Franco Cameli
Author: Franco Cameli

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