Cattivi odori, aperto fascicolo su allevamenti Fileni in Vallesina: Lav al fianco dei residenti

Sui social foto nubi odorigene. In programma nuovi rilievi dell’Arpam

“Stiamo seguendo da vicino quanto sta accadendo nell’anconetano: le forti emissioni odorigene e gli sversamenti in allevamenti Fileni hanno portato, secondo quanto diffuso dalla stampa in questi giorni, la Procura di Ancona ad indagare nuovamente l’azienda, aprendo un fascicolo per getto di cose pericolose ex art 674 del codice penale a causa dei numerosi esposti dei residenti rivolti ad Arpam, carabinieri forestali e vigili urbani”. E’ quanto dichiara Bianca Boldrini, responsabile animali negli allevamenti della LAV Lega antivivisezione, che in una nota torna ad esprimere vicinanza ai cittadini che vivono in prossimità di 5 allevamenti di polli del Gruppo Fileni: Monte Roberto, Jesi Pone Pio, Jesi Cannuccia, Ripa Bianca e Cingoli.

Al centro delle segnalazioni dei residenti, in particolare, sono i fumi emanati dagli stabilimenti a Ripa Bianca, Jesi Cannuccia e Monte Roberto, nuvole che sono state fotografate e postate via social dal Comitato per la Vallesina impegnato nel denunciare i disagi. Nelle immagini pubblicate l’11 agosto su Facebook, si vedono – aveva spiegato il Comitato – “le nuvole emanate dagli allevamenti Fileni”.

Quella su Ripa Bianca “è stata scattata alcuni giorni fa dopo due settimane di puzza infernale e di lamentele dei residenti. La seconda riguarda l’allevamento di Cannuccia e mette in risalto come le esalazioni causino una cappa di sostanze inquinanti che stazionano nel fondovalle. La terza riguarda l’allevamento di Monte Roberto dove le sostanze inquinanti vengono sparate dalle ventole dell’allevamento a contaminare l’ambiente circostante”.
Boldrini spiega inoltre che “i residenti esasperati perché non riescono neanche più a dormire a causa dei cattivi odori, continuano a rivolgersi alle autorità per lamentare la terribile situazione attorno agli stabilimenti Fileni nella zona di Jesi e tentare di risolverla. Anche l’Arpam (Agenzia Regionale per la protezione ambientale delle Marche) sarebbe tornata sul posto per programmare nuovi rilievi”.
Le numerose denunce sia di carattere penale che i ricorsi amministrativi in corso – aggiunge –  ”imputano una serie di irregolarità che vanno da quelle urbanistiche a quelle relative alle immissioni in atmosfera ed anche all’uso della risorsa idrica. Su tutti questi aspetti stavano già indagando le forze di Polizia e la magistratura”.

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