Castelfidardo, saracinesca chiusa da tre partite: David pronto a sfidare il suo passato e l’attacco leoncello

ECCELLENZA – Vigilia particolare per il portiere classe ’93: “Sempre bello affrontare la Jesina, voglio salvarmi e in casa dobbiamo fare punti”

Simone David ha blindato la porta del Castelfidardo nelle ultime tre partite e vorrà riuscirci anche domenica quando domenica al “Mancini” avrà di fronte la sua ex Jesina. Partita particolare per l’estremo difensore fidardense classe ’93 essendo nativo di Jesi e in passato ha indossato anche la maglia dei leoncelli, ma come noto, spesso imbeccato dalla tifoseria. “Lo so, anche per un episodio che mi è stato attribuito ma non c’entravo assolutamente nulla”.

Il passato è passato, durante i novanta minuti ritorna, ma il presente di David si chiama Castelfidardo. Un cammino fin qui sempre in crescendo da parte della formazione biancoverde che è riuscita a risalire dai bassifondi e ora lotta alla pari con altre dirette rivali per evitare addirittura i play out. Convincenti le ultime uscite contro Urbino, Valdichienti e Montefano. “Abbiamo fatto risultato con squadre di alta classifica e questo ci ha dato sicuramente maggiore autostima. Fondamentale per noi è muovere costantemente la classifica, ci siamo riusciti e speriamo di farlo ancora”.

La Jesina davanti ha bocche di fuoco importanti con Giovannini, Iori, Jachetta o Trudo. “Tante squadre hanno attacchi importanti. In qualche modo ci proveremo, così come abbiamo fatto in altre circostanze. Giocheremo in casa e questo per noi è fondamentale”. Anche la cornice di pubblico dirà la sua. “Sarà bello dal campo vedere la tribuna colorata di verde da una parte e rosso dall’altra. Poi sfidare la Jesina, al di là del mio passato, a livello emotivo non lo percepisco molto ma è sempre molto stimolante. E’ un club con storia e blasone importante”.

E la sfida più grande sarà blindare nuovamente porta. “I clean sheet? E’ una di quelle cose che meno ci pensi e più succedono. Quando scendo in campo sono più preoccupato di riuscire a fare risultato, poi se non prendi gol per forza di cosa le due cose coincidono. E’ sempre bello non prendere gol, è il frutto anche di un lavoro settimanale importante portato avanti dal mister e tutta la squadra. Perché gli attaccanti sono i nostri primi difensori. Segniamo poco, ma pensiamo prima a non prenderlo. La squadra ha lo spirito giusto. E se ho scelto questa sfida è perché voglio arrivare a fine anno e poter dire, mi sono salvato”.

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Author: redazione

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