Caso Tigamaro, Bortolami: “Ho solo voluto difendere il “saper-fare” marchigiano”

Il tribunale di Macerata ha accolto il ricorso presentato dall’azienda che lamentava un’operazione di storno illecito di dipendenti

“Non è una vittoria da festeggiare. Ho solo voluto difendere il “saper-fare” marchigiano dei miei dipendenti e la mia azienda, che da sempre mette al centro di tutto le persone, il loro valore e la loro correttezza” , sono le parole di Luca Bertolami, amministratore delegato della pelletteria Tigamaro di Tolentino, dopo aver “vinto” il ricorso contro il cherry picking presentato al tribunale di Macerata.

Il CEO della Tigamaro ha voluto difendere le capacità dei propri dipendenti in quanto assumere personale strategico ed altamente formato da un’azienda dello stesso settore e impiegato per le stesse mansioni è concorrenza sleale: lo stabilisce il tribunale di Macerata, che in accoglimento del ricorso d’urgenza presentato dall’azienda della pelletteria Tigamaro lamentava un’operazione di storno illecito di dipendenti, con la modalità del cherry picking. L’ordinanza attribuisce così particolare valore alla formazione come patrimonio aziendale di quelle imprese che investono sulla crescita delle proprie risorse umane, accordando tutela alle imprese vittima dello storno anche nell’ipotesi di assunzioni già perfezionate dall’impresa stornante, esprimendo anche un innovativo bilanciamento dei diritti costituzionali del lavoro e della libera iniziativa economica privata.

Nel panorama della giurisprudenza italiana di oltre 60 anni esistono davvero ben pochi casi giudiziali, in cui la impresa vittima ha ottenuto una inibitoria per storno dei dipendenti: di cause giudiziali ce ne sono state tante, ma quasi tutte perse dalle imprese vittime degli storni. Nel caso Tigamaro, inoltre, la tutela inibitoria è stata addirittura accordata anche ad assunzioni già avvenute.

Author: redazione