Caso Mattei, evento-Verità a Perugia con testimoni tutti marchigiani: gli ultimi momenti del presidente e fondatore dell’Eni

Nella sala ‘Falcone e Borsellino’ della Provincia. Interventi dell’ex Pg di Catanzaro, Otello Lupacchini; del figlio del ‘braccio destro’ di Mattei, Cesare Bernabei; di Sebastiano Gubinelli (l’ultimo testimone della tragedia) ed Ivano Tacconi. Da Gaza City l’emozionante messaggio dell’inviato Emanuele Tacconi. Il giallo delle ‘bretelle rosse’ rivelato da Lucio Biagioni che ha condotto il dibattito promosso dal Club Lions ‘Augusta Perusia’: quasi un ideale seguito all”intervista a Lupo Rattazzi sul ‘Corsera’. Riconfermata fiducia nella sentenza del Pm di Pavia, Calia

La commozione fino alle lacrime di Sebastiano Gubinelli, l’ultimo testimone, le parole (le sue) di chi ha visto e soprattutto ‘sentito’ la requisitoria di uno dei più importanti Pubblici Ministeri d’Italia, titolare di inchieste su Brigate Rosse, caso Calvi e Banda della Magliana (per citarne alcune ma non a caso): l’ex PG di Catanzaro e Torino Otello Lupacchini; la testimonianza di Cesare Bernabei, figlio di Gustavo per primo sulla ‘crime scene’ quella maledetta sera del 26 ottobre 1962 , nella sala ‘Falcone e Borsellino’ della Provincia di Perugia – così evocativa sul martirio di tre padri della patria – hanno confutato la pur autorevole e suggestiva tesi di Lupo Rattazzi il 15 maggio scorso sul Corsera. Tesi fatta subito propria da Giuliano Ferrara (Il Foglio): “d’ora in avanti chiamatelo maltempo…”. 

No, continueremo a chiamarlo attentato. L’evento-Verità di Perugia – si deve all’impegno del Lions Augusta Perusia – su uno degli episodi centrali post guerra della sconfitta italiana sulla dello sviluppo energetico, può continuare a consentire agli storici di non perdere fiducia nella sentenza del PM di Pavia, Vincenzo Calia (inizi Duemila) e di credere purtroppo alla comprovata ipotesi che una carica di 100 grammi di tritolo occultata nel cruscotto fece deflagrare in volo il bireattore Eni disintegrando come tanti piccoli pezzi di carta i corpi di Enrico Mattei, del pilota asso dell’aviazione di guerra Irnerio Bertuzzi e dell’inviato di Time-Life, John McHale incaricato di scrivere un servizio di copertina sul presidente dell’Eni che a dicembre sarebbe stato ricevuto da JFK. Il quale idealmente ma concretamente l’avrebbe ‘insignito’ del riconoscimento Usa (la stampa americana lo aveva definito il New Caesar italiano) come referente ufficiale della Superpotenza a stelle e strisce.

Le lacrime di Gubinelli hanno commosso l’affollato uditorio. E convinto. Sebastiano da Cerreto d’Esi (An) ha indossato la divisa gialla Eni di quel giorno di fine ottobre – che a caldo Fanfani definì della ‘tragedia stessa del Paese‘. E ai presenti ‘l’ultimo testimone’ ha raccontato della tragica notizia recatagli dal comandante della Torre di controllo, ten. Giuseppe Pretini da Montefano (Mc): ‘l’aereo Eni è scomparso dal radar!’. Rivelando come pervenuti i resti del piccolo veicolo, egli ebbe modo di percepire per giorni il sentore di esplosivo emanare dalle lamiere: “come quando nelle mie campagne si spaccavano i grandi alberi”. Una chiara intuizione che scientificamente sarebbe stata confermata dal Carbon12, nuovo strumento d’indagine messo a punto dall’università politecnica di Torino qualche decennio dopo aprendo la strada alla sentenza Calia.

Al ‘processo’ di revisione alle tesi revisioniste rilanciate dal più diffuso quotidiano del Paese ha contribuito un altro ‘enfant du Mattei’ come Sebastiano: il matelicese Ivano Tacconi, in quei giorni pontista a Bronte. Si dimise da Agip Mineraria, Tacconi, dopo aver lanciato accuse pesanti alla mafia, collusa a suo dire con il ‘programma sabotaggio’. Ivano ha poi commentato sul mondo di oggi: “Con Mattei che portava lavoro e know how in Africa ed Oriente non strappando risorse da quelle terre, il mondo sarebbe stato più giusto e senza migrazioni di massa”. Emozione poi alla lettura da Gaza City dall’inviato Onu, il maceratese Emanuele Tacconi: un saggio importante sulla nuova mappa neoatlantista del pianeta. Un pomeriggio ad alta tensione, due ore vissute attimo per attimo, cui ha contribuito il poeta/scrittore Maurizio Angeletti da Treia (Mc) con una lettura emozionante tratta dall’intervento di Mattei accettando a Camerino la laurea in Chimica nel 1960.

Sono intervenuti il presidente della Provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti, Umberto Mancini presidente della Circoscrizione Lions, Sergio Tasso presidente di zona Lions, Federica Ravacchioli e Carla Carozzi, rispettivamente presidente e cerimoniera club Augusta Perusia.

L’incontro è stato condotto dai giornalisti Maurizio Verdenelli (ndr da chi scrive), già inviato speciale de ‘Il Messaggero’ e Lucio Biagioni, per decenni capo ufficio stampa della Regione Umbria coautori con Bernabei e Lupacchini di ‘Mattei forever/Di troppa verità si può morire’ (Ilari edutore). Biagioni poi ha rivelato una sua personale scoperta: i frammenti di bretelle rosse rinvenuti quella sera a Bascape’ non appartenevano come finora si credeva all’americano McHale ma allo stesso Mattei. Le utilizzava spesso nascondendole per prudenza politica. Perchè? Donatale da Nasser (il primo grosso fornitore di petrolio all’Eni) avrebbero ‘fatto cadere il governo se come nella festa di capodanno, 2 anni prima, aveva confessato il Grande Enricoa Borca di Cadore (cfr M. Verdenelli, ‘Il futuro tradito’, Ilari editore).

Foto di Franco Prevignano

Potrebbe interessarti anche

                       

Articoli correlati

                       

Dalla home
VUOI RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO?

Iscriviti al nostro
canale telegram

Autore

I Più LETTI
DELLA SETTIMANA

I Più condivisi
DELLA SETTIMANA

 

Ultime NEWS