Caso Juventus: le indagini arrivano anche a Corridonia

In manette Salvatore Cava, braccio destro del capo dei Drughi

Il blitz contro i capi ultrà della Juventus è finito a Corridonia, dove gli agenti della Questura di Torino, accompagnati dai colleghi di Macerata, hanno arrestato Salvatore Cava, braccio destro del capo dei Drughi, e lo hanno portato in carcere a Montacuto.

 

I referenti del tifo bianconero sono stati arrestati nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura di Torino, partita da una denuncia da parte della società alla fine del campionato 2017/18. In tutto sono state emesse da parte del gip 12 misure cautelari. Le accuse nei confronti degli ultras sono, a vario titolo, associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.

I capi ultrà avevano messo in atto un’attività di estorsione ai danni della Juve: tra loro, spiega il gip nell’ordinanza, vi era “un accordo diretto a controllare le azioni poste in essere nel corso delle partite giocate dalla Juve”, un modo per imporre la loro “forza intimidatrice”.

Un vero e proprio “business dei biglietti” scaturito dall’interruzione di alcuni privilegi concessi ai gruppi ultrà. È stata inoltre accertata la capillare attività dei “Drughi” per recuperare centinaia di biglietti di accesso allo stadio per le partite casalinghe della Juventus, avvalendosi di biglietterie compiacenti sparse su tutto il territorio nazionale.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa anche per Dino Mocciola, leader dei Drughi, Sergio Genre, Domenico Scarano, Luca Pavarino, Umberto Toia, Roberto Drago e Fabio Trincherio, Cristian Fasoli e Giuseppe Franzo.

 

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