La Finanza di Pordenone e la Stradale di Udine hanno eseguito cinque arresti e sequestri per oltre cinque milioni di euro
In corso da questa mattina l’operazione ‘Cars lifting’ delle Fiamme gialle di Pordenone e della Polizia Stradale di Udine – sottosezione di Palmanova, che hanno scoperto un’evasione fiscale milionaria, legata a immatricolazioni fraudolente di auto di lusso, che venivano vendute online.
Finanzieri e agenti hanno eseguito cinque arresti e un sequestro per oltre cinque milioni di euro nei confronti di membri di un sodalizio criminale che operava in tutto il territorio nazionale, nella vendita di auto di pregio di provenienza tedesca (come Porsche, Mercedes, Audi e Bmw). L’operazione di servizio trae origine da un sequestro per contrabbando doganale, effettuato a Pordenone, di una Rolls Royce Phantom II intestata a una società con sede in Svizzera. I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito d’individuare una struttura organizzata che operava (attraverso società con sedi legali fittizie a Roma e Palermo) nella promozione e vendita in tutta Italia di macchine di alta gamma, attraverso noti siti internet specializzati.
Le regioni più colpite sono il Lazio con 217 auto per un valore di 9.214.000 euro, il Veneto con 210 macchine (7.918.700) e il Friuli Venezia Giulia con 111 mezzi per un valore di 4.618.200; ma sono state coinvolte anche Lombardia (56 auto), Emilia Romagna (55), Toscana (38), Trentino Alto Adige (34), Sardegna (22), Marche (14), Umbria (13), Piemonte (13), Liguria (11), Puglia (11), Abruzzo (10), Campania (8), Sicilia (6), Calabria (5) e Basilicata, con una persona truffata.
Le indagini, durate quasi due anni e condotte anche tramite intercettazioni telefoniche, hanno permesso di scoprire che le operazioni commerciali erano attuate nella più totale inosservanza degli obblighi tributari, per i quali sono stati quantificati, in quattro anni, ricavi non contabilizzati fiscalmente per oltre 30.572.000 euro (di cui 5.400.000 euro di Iva).
La truffa prevedeva che i redditi evasi fosser strumentalmente allocati in capo a società ‘schermo’, esistenti più da un punto di vista formale che imprenditoriale, intestate a prestanomi, del tutto incapienti ad eventuali pretese risarcitorie dell’Amministrazione Finanziaria.
Inoltre, anche grazie ad alcune agenzie di pratiche automobilistiche colluse, la struttura criminale riusciva, in alcuni uffici del Dipartimento Trasporti Terrestri, a sottrarsi alle disposizioni di legge antievasive, che non consentono l’immatricolazione di veicoli usati di provenienza comunitaria (e quindi il rilascio dei libretti di circolazione e delle targhe) senza il preventivo assolvimento degli obblighi di versamento dell’Iva.
In tali occasioni le immatricolazioni venivano attuate con modalità truffaldine, mediante la presentazione di documentazione falsa e con firma contraffata degli ignari acquirenti.
Per 635 auto fraudolentemente immatricolate (negli uffici del Dipartimento Trasporti Terrestri di Palermo, Roma, Latina e Treviso) è stato disposto, dalla Procura di Udine, il sequestro delle carte di circolazione in relazione ai reati di falsità materiale e ideologica commessa per induzione dai pubblici ufficiali preposti che avevano erroneamente provveduto al loro rilascio in assenza dei requisiti di legge, sulla scorta della documentazione falsificata.
Ancora, le indagini condotte dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia Stradale hanno rilevato ulteriori attività criminose celate nelle operazioni di vendita: le macchine commercializzate subivano sistematicamente una riduzione del chilometraggio (dal 50% al 70% di quello reale) agendo sul software e sulle centraline elettroniche dei mezzi. Le manomissioni avvenivano in due autofficine, a Padova e nella provincia di Treviso, asservite all’associazione criminale.
Spesso, le operazioni di vendita erano legate all’incasso di anticipi e, talvolta, dell’intero corrispettivo (anche per 30/40 mila euro), senza poi provvedere alla consegna dell’auto, avviando trattative per la cessione della stessa auto con più acquirenti.
In aggiunta alle evasioni fiscali sono stati, quindi, quantificati ulteriori introiti illeciti per 2.150.000 euro attinenti versamenti corrisposti dagli acquirenti per vendite di auto, invero, mai concluse.
Malgrado truffe ed evasioni fiscali, le operazioni commerciali – attraverso noti e importanti siti internet specializzati (risultati del tutto ignari dei reati), godevano di notevole popolarità e attrattiva, tenuto conto dei prezzi estremamente competitivi offerti, motivati sia dalla truffaldina ‘riduzione’ dei chilometri delle auto sia dal seriale ‘risparmio’ del versamento dell’Iva.
Sono stati identificati 835 acquirenti, residenti in svariate Regioni del territorio nazionale, di cui 128 hanno già prodotto formale querela per le truffe subite.
Attualmente sono 18 i soggetti, parte della struttura criminosa, indagati dalla Procura di Udine per reati di associazione a delinquere, fiscali, truffa e falso materiale e ideologico.
Il Giudice per le indagini preliminari di Udine, sulla scorta delle evidenze investigative, ha emesso provvedimenti di arresto nei confronti di tre soggetti (residenti a Pordenone, Anzio e Nettuno) ai vertici dell’associazione, mentre nei confronti di altri due, principali gregari del sodalizio, sono stati emessi altrettanti provvedimenti di “obbligo di dimora” nel comune di residenza.
Il gip, inoltre, ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente per complessivi 5.168.000 euro eseguito su beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie degli indagati. Su delega della Procura di Udine sono state condotte perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di altri 13 soggetti coinvolti a vario titolo nell’organizzazione, tra i quali i titolari delle agenzie di pratiche automobilistiche utilizzate per le fraudolente immatricolazioni dei veicoli e delle officine dove gli stessi venivano “schilometrati” prima della vendita.
