Le indagini del Commissariato di Jesi
Continua il contrasto ai truffatori da parte del Commissariato di Jesi: un uomo e una donna calabresi, di 45 e 35 anni, sono stati denunciati in concorso per truffa aggravata.
Il 25 ottobre, la vittima, uno jesino 48enne, titolare di una carrozzeria, in sede di querela ha riferito di essere stato contattato da un sedicente dottore che diceva d’aver avuto un incidente con la propria auto nella zona di Salerno e che doveva trasportare il veicolo incidentato nella carrozzeria della vittima. Gli ha chiesto di prendere contatti con il trasportatore fornendogli un numero di telefono. Il carrozziere ha ottemperato alla richiesta e il trasportatore lo aveva informato che per il trasporto presso la sua carrozzeria sarebbe costato 800 euro più iva, per un totale di 956 euro. A questo punto, gli forniva un iban su cui effettuare il bonifico.
Tuttavia, l’operazione di versamento non andava a buon fine per cui la vittima ha ricontattato l’incaricato al trasporto dell’auto mettendolo a conoscenza di quanto accaduto. L’uomo ha quindi fornito alla vittima nuove coordinate bancarie su cui effettuare il bonifico. Lo stesso giorno è stato raggiunto telefonicamente dal sedicente dottore il quale gli comunicava che non poteva effettuare il trasporto a mezzo bisarca bensì con un carro attrezzi pertanto il prezzo da pagare sarebbe stato più alto: 1.900 euro aggiungendo che gli avrebbe fatto subito un bonifico per la predetta somma che poi avrebbe dovuto inserire nella fattura di riparazione. A conferma, gli inviava copia di un bonifico nel quale non appariva l’ordinante ma solo il nome della vittima quale beneficiaria.
Il 21 ottobre il 48enne jesino ha effettuato un nuovo bonifico di 970 euro allo stesso iban ma è stato ricontattato dal sedicente dottore il quale lo informava che avrebbe dovuto trasportare oltre alla macchina un altro mezzo di proprietà della moglie e che pertanto per il trasporto avrebbe dovuto pagare ulteriori 790 euro. La vittima anche in questo caso ha eseguito un nuovo bonifico e pochi giorni dopo tentato di contattare il trasportatore per cercare di capire come mai il trasporto non fosse stato effettuato, ma l’uomo non ha risposto e lo ha bloccato. Capito di essere stato truffato ha sporto querela.
Gli accertamenti investigativi espletati dalla squadra di polizia giudiziaria del commissariato hanno permesso di appurare che il conto corrente collegato all’iban, nel quale erano confluite le somme, risultava intestato ad una donna calabrese gravata da precedenti specifici per truffe perpetrate con lo stesso modus operandi. Anche il conto corrente, risultava utilizzato per far confluire i proventi di altre truffe. Inoltre da accertamenti nelle banche dati, l’utenza telefonica utilizzata da chi aveva dichiarato di essere stato incaricato per il trasporto dell’auto, e quella utilizzata dal sedicente dottore, erano tutte intestate ad un uomo sempre calabrese gravato da molteplici precedenti per truffe commesse in concorso con la stessa donna intestataria del conto corrente. Pertanto, i due, inchiodati alle loro responsabilità dai gravi elementi indiziari a loro carico, raggiunti dalla polizia del posto sono stati denunciati per truffa in concorso aggravata dall’essere il fatto commesso a distanza mediante l’utilizzo di strumenti telematici idonei ad ostacolare la propria identificazione.