Cardinaletti: “Stadi in Italia, qualcosa si muove. Non continuerò alla fine di questo mandato”

Abbiamo intervistato Andrea Cardinaletti, coordinatore delle infrastrutture della Lega Calcio Serie A

di Gianmarco Gherardi

Intervista inedita all’interno della sede della Fondazione Gabriele Cardinaletti ETS a Jesi, in cui abbiamo fatto una chiacchierata, in merito alla situazione attuale delle infrastrutture calcistiche, con una panoramica sul futuro degli stadi e degli impianti sportivi da calcio in Italia.

Le parole di Andrea Cardinaletti: “La Turchia è stata scelta e noi ci siamo aggregati alla Turchia, per la realizzazione dei campionati europei del 2032, che vedrà la Turchia e l’Italia fra le piazze destinatarie per quanto riguarda questo evento. L’evento caratterizzerà 5 massimo 6 dei nostri stadi, alcuni sono un po’ obbligatori con riferimento alla tradizione, altri invece saranno scelti e la scelta definitiva sarà fatta nell’autunno del 2026, quindi questa è una fase abbastanza importante, perché le società o i comuni proprietari delle infrastrutture avranno un contributo, un aiuto da parte del governo e del sistema Paese, allo sviluppo di questi impianti. Invece, per San Siro sembra che finalmente il Comune di Milano abbia preso un atteggiamento molto netto e preciso e che abbia imposto e dettato alle due società come soluzione, quella della ristrutturazione. Sono molto d’accordo sull’idea che il punto di partenza sia la permanenza, il rilancio e la ristrutturazione di questo stadio. Le due società hanno qualche mese di tempo per presentare un piano anche economico-finanziario, per capire bene se l’operazione passerà attraverso un acquisto dello stadio da parte delle due società, o attraverso una concessione che il comune farà alle due società, però l’operazione sembra indirizzata verso una fase diciamo abbastanza risolutoria. Non penso che nel nostro Paese vedremo tanti stadi nuovi, piuttosto vedremo impianti risistemati come stanno facendo a Firenze o che rifaranno a Bologna e a Cagliari, nel senso che pur essendo Cagliari nuovo è un rifacimento del Sant’Elia, e penso che noi al 99% risistemeremo gli stadi lì dove sono”.

Se dovessimo scrivere una lista, con gli stadi che sono pronti per ospitare una competizione come Euro 2032 e altri no, come la comporresti? “Adesso i criteri di accessibilità sono più che altro il numero degli spettatori, ma parlando di pronti e moderni, in Italia ci sono solamente a Torino, Bergamo e Udine che sono i tre impianti che sono stati ristrutturati e sono arrivati alla conclusione, poi c’è l’Olimpico che è uno stadio comunque idoneo per quanto migliorabile e non adatto al calcio per via della pista di atletica e poi c’è lo stadio di San Siro, che va migliorato, ma non significa che San Siro non sia pronto per fare un europeo. Questa è la situazione, dunque sono molto fiducioso sul fatto che stiamo entrando in una fase che sarà operativa e che ci porterà a una nuova generazione dei nostri stadi, attraverso la sistemazione dei vecchi, le innovazioni all’interno degli stadi affinché lo stadio sia moderno anche fra vent’anni, una cultura nuova dal punto di vista della compatibilità, del risparmio energetico, della sostenibilità, dell’accessibilità, perché credo che, aumenteranno di moltissimo i trasporti pubblici che porteranno allo stadio, aumenterà moltissimo l’arrivo allo stadio in bicicletta, aumenterà l’avvicinamento pedonale attraverso delle vere e proprie piste pedonali che renderanno questo tragitto piacevole, una vera e propria passeggiata per arrivare allo stadio”.

“Da tre anni rivesto questo ruolo per la Lega Calcio Serie A – conclude Cardinaletti – che ha sentito il dovere di fare questo tipo di impulso, però, la Lega sa che io sono a fine mandato quindi, dico che non ho intenzione di continuare a fare questo compito, ma non perché non mi piaccia, solo che sono del ’58, ho quasi 70 anni, per cui devo cominciare a pensare che non posso stare 5 giorni su 5 in giro per il mondo, devo pensare a un atterraggio e quindi, non sono in grado di prendermi un incarico per i prossimi 3-4 anni, seppur mi piacerebbe, ma egoisticamente piace a me, ma non al contesto in cui vivo. Il mio mandato si concluderà con la fine del campionato 2024-2025, poi non è detto che non farò qualche piccolo intervento se richiesto, ma non così come lo sto facendo adesso. In Lega sanno che alla scadenza non avrei rinnovato, l’ho detto già un anno fa, dunque adesso manterrò la promessa fatta.”

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