CALCIO – Orgoglio e politica potrebbero far saltare l’operazione ma il fascino di fare calcio nel capoluogo, con un progetto da subito importante, è tanto. Per Macerata si tratta di un treno irripetibile
di Andrea Busiello
Le chance d’approdo di Mauro Canil a Macerata possono essere tranquillamente divise in maniera equa: fifty-fifty tra il si e il no. La decisione, si presume attraverso un comunicato ufficiale, verrà comunque presa e comunicata a ore. Cosa farebbe pendere per il si? Certamente la grande visibilità che Macerata può garantire. Sia in termini personali che di progetto per la piazza. Se Canil decidesse di continuare a fare calcio, e decidesse di farlo nel capoluogo si potrebbero aprire scenari interessanti per tutti. Oltre, alla quasi certa garanzia, che la piazza accoglierebbe in maniera entusiasta il nuovo arrivo. Altra pedina favorevole, per Macerata, è il non idilliaco rapporto con l’amministrazione comunale di Matelica. Il sindaco Alessandro Delpriori ha sconfitto politicamente parlando il numero uno del Matelica e i rapporti tra le parti non sono amorevoli. Quali gli ostacoli all’operazione? Sicuramente qualche politico maceratese, non il Sindaco, che non vedrebbe di buon occhio il nuovo arrivo. Troppa visibilità per qualcun altro in vista delle elezioni in programma nel 2020. C’è poi di mezzo l’orgoglio. Canil vorrebbe essere chiamato da Carancini e invece il primo cittadino a chiare lettere ha fatto sapere di accoglierlo ma senza essere lui a fare il primo passo. L’imprenditore veneto in questi giorni è stato fuori per impegni di lavoro. Oggi, o al massimo domani, si dovrebbero capire le sue intenzioni. Di sicuro per Macerata si tratta di un treno irripetibile.
