Bolzan vola in Serie D: “E adesso tifo per la salvezza della Sangiustese”

L’allenatore argentino era andato via a metà anno, trovando poi sistemazione alla Nuova Sondrio con cui ha trionfato in Lombardia. “Rimango marchigiano, a San Giusto società modello e persone serie. Non ci sono colpevoli”

di Tommaso Bocci

Dall’esonero traumatico alla vittoria del campionato nella stessa stagione. Quella di mister Ruben Dario Bolzan è una storia al limite del fantascientifico. L’ex giocatore di Fermana ed altre compagini marchigiane, oltre che ex allenatore di Castelfidardo e Sangiustese, esonerato a novembre proprio da quest’ultima, è subentrato alla guida della Nuova Sondrio Calcio, riuscendo nell’impresa di portarla in Serie D, trionfando nel girone B d’Eccellenza Lombardia. Anima e dichiarazioni, quelle rivolte alla nostra redazione, da argentino puro, per nulla “loco” ma dotato al contrario di una riflessività che gli ha permesso di non abbattersi, bensì di vincere immediatamente. Nell’intervista si è soffermato più volte sull’esperienza dolceamara alla Sangiustese, raccontando del momento non facile dei rossoblù, immischiati nei playout, oltre che dell’esonero e del successivo trionfo: “Sono il primo tifoso della Sangiustese, mi auguro con tutto il cuore che rimanga in categoria, si fa fatica ad individuare un colpevole, sono quelle situazioni strane che nascono male perché ci sono stati 2/3 acquisti sbagliati che sicuramente hanno delineato la brutta partenza. Di sicuro parliamo di una società modello, composta da persone serie, ci tengo tantissimo che essi possano raggiungere il loro obiettivo, perché se lo meritano umanamente e professionalmente”. 

Alla domanda: come si è sentito al momento della separazione dalla Sangiustese? Bolzan ha risposto: “Davvero male, perché da entrambe le parti nessuno aveva il coraggio di dire la parola fine. È stato traumatico. In una riunione dove da 10 minuti nessuno parlava, sono stato io ad alzarmi e ad andarmene. Il rapporto fra me ed il presidente era ottimo ma in quel momento là è stata la scelta migliore”. Da una sliding door all’altra, ora che davanti a lui vede illuminarsi il palcoscenico della Serie D, sulla stagione appena conclusa si è espresso così:” Il Sondrio mi ha chiamato un mese dopo essere rimasto senza panchina, la rosa era di ottimo livello ed ho accettato. Il momento in cui ho capito che avremmo potuto vincere è stato subito nella prima settimana, ho trovato un gruppo caratterialmente difficile ma che credeva in me e che avrebbe dato tutto.”

Infine, dedica uno splendido elogio alle Marche: “Qui dove sono ora è diverso, devo abituarmi al clima freddo, è tutto nuovo mentre le Marche resteranno per sempre casa mia. Mi sento marchigiano, ho giocato in squadre importanti ed ho vissuto dei momenti indimenticabili che mi hanno formato come giocatore, allenatore ma soprattutto come persona”.

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