Il papa emerito deceduto questa mattina era devito a San Nicola. A Montorso sulle orme di Giovanni Paolo II e alla Santa Casa per ricordare il 50. anniversario della storica visita di Giovanni XXIII.
Una celebre foto in piazza San Pietro con il parroco di Santa Maria in Selva (Treia), don Giuseppe Branchesi
di Maurizio Verdenelli
Un papa tedesco con le Marche nel cuore. Benedetto XVI devoto da sempre al culto di san Nicola, da cardinale non mancava, Joseph Ratzinger, di sostare nei suoi passaggi verso Roma nella basilica tolentinate, in perfetto incognito. Seppure quasi sempre festeggiato da religiosi e religiose che lo riconoscevano assorto in preghiera tra i banchi come un fedele qualunque.
Ed era stato lui a volere padre Georg Gaenswein arcivescovo ad Urbisaglia rinnovando l’antica tradizione di un ‘presidio’ caro alla Chiesa Romana che si perdeva nella notte dei tempi.
Benedetto XVI poi nelle Marche era venuto sulle orme di due grandi e santi predecessori: Giovanni Paolo II sulla piana di Montorso (Loreto) nel settembre del 2007 con Andrea Bocelli ad intonare l’Ave Maria, ed ancora a Loreto nell’ottobre del 2012 a 50 anni dalla storica visita di Giovanni XXIII inaugurando l’Anno della Fede. In quell’occasione Ratzinger celebro’ la messa sul sagrato della Basilica. Fu l’ultimo suo viaggio apostolico. Qualche mese dopo, nel febbraio successivo, le sue dimissioni.
Ebbe legami anche con parrocchie maceratesi ed affettuosi con don Giuseppe Branchesi (morto per Covid nell’aprile 2019): c’e’ una foto che li ritrae assieme in piazza San Pietro sotto lo striscione: Parrocchia di S.Maria in Selva. L’allora card. Ratzinger con abito talare e basco nero sembra un prete di campagna tedesco, simile in tutto nella semplicita’ esteriore al ‘don Peppe’ treiese.
Che qualche anno piu’ tardi, da assistente marchigiano della Coldiretti, avrebbe assistito con il card. Bertone e lo stesso Benedetto XVI alla 25. Festa Contadina in Vaticano.