Bar, Gelateria, luogo di ritrovo ma anche un museo: la storia del Bar Trieste

A Jesi un vero e proprio punto di riferimento dal 1911

di GIANMARCO GHERARDI

Arredamento composto da oggettistica contadina risalente a tantissimi anni fa, sapori autentici e genuini tramandati da generazioni, sale che possono far perdere la concezione del tempo, molto di più di un bar e di una gelateria storica pluripremiata, un luogo di ritrovo e di aggregazione culturale, sì perché, oltre al piano bar e alla gelateria rinomata, è anche riconosciuto come enoteca e museo, il Bar Trieste a Jesi. Capogrossi Cristina e Capogrossi Patrizia, sorelle titolari della quarta generazione, ci hanno detto come nasce e va avanti negli anni, il successo del loro locale.

Cristina, come nasce e si realizza, l’idea di proporre questa particolare atmosfera, che si respira al Bar Trieste? Mi riferisco all’arredamento, ma anche a tutto quello che costruisce la fama del locale!” Il suo racconto: “il Bar Trieste nasce nel 1911, dai nostri bisnonni Anna Fausta e Vincenzo Pistola. Non era in questo luogo, ma in un’altra via adiacente, in via 24 Maggio. Di fronte a dove stavano c’era un cinema, allora passeggiando nella zona, hanno avuto l’idea. Siccome non c’era una sala d’attesa al cinema, le persone aspettavano fuori e quindi, hanno avuto l’idea di aprire un piccolo bar di fronte, in modo che si consumava – prosegue. Invece, per quanto riguarda il gelato, noi utilizziamo gli stessi ingredienti naturali, che preparava nostro padre Angelo e prima di lui, anche nostra nonna che comunque faceva il gelato. E quindi, noi tramandiamo, tutt’oggi la stessa ricetta. Da più di 20 anni, noi ma soprattutto mia sorella che è l’ideatrice di anche vari usi e gusti del gelato, oltre a quelli base che faceva mio padre, impieghiamo sempre la stessa tecnica artigianale pura” – continua.

“Invece, l’arredamento risale tutto a mio padre, il quale ha iniziato a trasformare il bar da uno comune, a uno di suo gradimento, perché in quanto sommelier, è sempre stato appassionato della civiltà contadina delle Marche e allora andava a comprare nelle case di campagna, dai contadini, questi oggetti. Mentre, il gelato è artigianale, non ci sono né prodotti chimici né coloranti e quindi, è tutto puro. Non ci sono dunque conservanti, ma “solo” quello che c’è scritto, sul biglietto esposto in ogni vaschetta gelato” – afferma. “Ricerchiamo sempre e solo la frutta di stagione pura e fresca, gli unici altri ingredienti sono l’acqua, lo zucchero e il neutro” – sostiene. “La macchina che abbiamo ha come metodo di produzione quello con la pala e dunque, quando gira il cilindro per gelare, si tira su il gelato composto con la pala, come si faceva una volta” – dichiara.

“Oltre il gelato di nostra produzione, abbiamo il Vin Brûlé fatto da noi, secondo un’antica ricetta top secret. Poi facciamo le cioccolate come si usava fare una volta, i tortini, le monoporzioni di zuppa inglese, di tiramisù, sempre come si facevano tanti anni fa. Tutte queste cose, come la cioccolata, fatta con lo squaglio, hanno gli stessi ingredienti del cacao che usiamo per il gelato”. “Patrizia ci dice come è stata coltivata negli anni, la vena artistica nella produzione del gelato.” Le sue parole: “ho iniziato a fare il gelato da giovane, affiancando nostro padre, in questa bellissima arte. Fin da subito, ho avuto una grande passione per questo lavoro, perché offre la possibilità di esprimere la propria creatività. Seguo i metodi artigianali che onorano le ricette originali della mia famiglia e ho voluto rendere omaggio a questa eredità, ampliando la nostra offerta, proponendo per esempio, il gelato alla lavanda, all’olio extravergine d’oliva ecc.” – racconta. “Oltre al gelato artigianale, proponiamo dei taglieri da condividere, per quei gruppi che vogliono vivere un momento di convivialità nelle nostre sale. L’obbiettivo è creare un’esperienza di relax a tavola, in cui si può condividere non solo cibo, ma anche momenti speciali, con un’atmosfera che riporta indietro nel tempo” – dice. “Cristina, quali sono i premi-riconoscimenti che vi rendono più fiere?” “Da parecchi anni siamo premiate dal Gambero Rosso, che ci dà la qualifica di una delle migliori gelaterie d’Italia e questo si rinnova ogni anno. Oltre al gelato, essendo anche un bar-locale storico riconosciuto dalla Regione Marche, abbiamo anche tre sale con 3.000 oggetti della civiltà contadina delle Marche e quindi ciò, ci permette di avere il riconoscimento come museo” – conclude.

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