Ancona si sta riscoprendo la città dei bivacchi, nel mirino il parco del Pincio e non solo
Esseri umani che dormono dentro i bagni pubblici con questa sorta di mini-caseggiato che peraltro è interdetto al pubblico per problemi strutturali. Ecco quello che accade al parco del Pincio di Ancona, per la precisione ai bagni pubblici, dove due stranieri in attesa di regolarizzare la propria posizione in Italia ha realizzato una sorta di dimora dove trascorrere la notte. E allora dove una volta c’era il bagno alla turca con annesso vespasiano sono stati posizionati dei cartoni e dei materassi con una fila di panni stesi all’esterno calzature comprese.
Una condizione igienico sanitaria da terzo mondo che aveva già visto il comune di Ancona allontanare questi poveri disperati già nei giorni scorsi, ma nel fine settimana gli occupanti del bagno pubblico sono tornati a vivere e dormire all’interno di questo manufatto. A nulla è valso il tentativo di bloccare la porta con una sorta di pannello in poliuretano. Una situazione quella dei senza fissa dimora che è diventato un problema per il capoluogo di regione la cui soluzione non può certo passare per sgomberi o rimozioni in quanto chi non ha un posto dove dormire si mette poi alla ricerca di un nuovo bivacco.
E allora a distanza da qualche settimana ecco spuntare coperte e materassi alla stazione Marittima, nel complesso del Cardiologico, al Pincio in piazza Fontana. Agli Archi, al Passetto e nella zona del parco del Pincio oltre che lungo la strada che sale in direzione della Cattedrale di San Ciriaco. Poveri disperati che ovviamente non si fidano di nessuno in quanto almeno per il momento sono clandestini a tutti gli effetti e in attesa di regolarizzare la propria posizione in Questura ma la burocrazia esige i suoi tempi. Si tratta per lo più di uomini in età compresa tra i 20 e 50 anni provenienti dall’India, dal Pakistan e da numerosi stati africani.
Un allarme che in questi giorni è stato rilanciato anche dalla Prefettura di Ancona che ha sollecitato la ricerca di strutture collettive per dare un minimo di assistenza a queste persone. Privi di documenti infatti è praticamente impossibile accedere ai servizi offerti dal comune di Ancona in termini di assistenza e allora non resta che vivere in strada al punto di occupare i bagni pubblici per ricavarsi un posto dove trascorrere la notte al riparo dai primi freddi autunnali. Secondo una stima sarebbero oltre 100 le persone che vivono ai margini della società in attesa di regolarizzare la propria posizione in Italia e che al momento possono contare solo su un piatto di pasta offerto alla Mensa del Povero in corso Mazzini l’unico posto dove non vengono chiesti i documenti.
