Nel rapporto di Transcrime si parla di “La mafia di San Benedetto”
San Benedetto del Tronto finisce nel rapporto di Transcrime e su Rete 4. Si tratta della mappa delle baby gang giovanili in Italia. Per quanto riguarda la Riviera si parla di “La mafia di San Benedetto” sotto la voce “gang senza una struttura definita” e con “presenza sporadica“.
Il rapporto è stato realizzato da Transcrime, centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con il Servizio analisi criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell’Interno e il Dipartimento per la giustizia minorile del ministero della Giustizia. Del rapporto si è dibattuto su Rete 4.
“La promessa di una “task force” per la sicurezza e l’ordine pubblico, tanto sbandierata in campagna elettorale, non è mai stata operativa”, tuona la consigliera comunale di San Benedetto Protagonista Emanuela Carboni.
“Nel frattempo – continua – le periferie versano in serie e preoccupanti situazioni di abbandono, in centro di sera è tornato il caos e si registra la presenza di nomadi in più zone”.
L’affondo di Carboni: “Ma il fatto più grave riguarda un servizio andato in onda sabato scorso su Rete 4 riguardante le gang giovanili in Italia. Da una ricerca condotta dall’università Cattolica, in collaborazione con i ministeri della difesa e dell’interno, è emersa la presenza nella nostra città della cosiddetta “mafia a San Benedetto”.
La situazione è grave e sta peggiorando, occorre porvi rimedio al più presto con il coinvolgimento delle forze dall’ordine. Mi chiedo se il Sindaco sia a conoscenza di questa situazione o se la consideri realmente. Come atti isolati e di poca rilevanza come li definì qualche mese fa in una sua dichiarazione sui giornali”.
Conclude Emanuela Carboni: “Purtroppo è chiaro che l’amministrazione comunale naviga a vista, non ha tempo per la sicurezza dei cittadini, le priorità sono le “poltrone” da preservare ad ogni costo, mentre i sambenedettesi quotidianamente assistono inermi ad un costante declino della città. Non possiamo più permetterlo”.
