NELLA TELA DEL RAGNO – Stavolta a Pesaro è andata di lusso con rigore generoso al 94′. Il mister non sostituisce Tavcar, peggiore in campo, che si fa espellere. Media 0.5 punti
L’Ascoli chiude la sua quarta partita consecutiva sul risultato di 1-1 nel derby disputato contro una ottima Vis Pesaro, gara che non si disputava da 22 anni e contrassegnata dal rispetto reciproco tra le due tifoserie. Questa volta il Picchio deve ringraziare quel pizzico di buona sorte che gli ha permesso di strappare un punto al 94′ su calcio di rigore (generoso, realizzato dal bomber Corazza, giunto al suo 9′ centro stagionale). Ad essere obiettivi erano stati davvero ‘dubbi’ i due rigori in precedenza assegnati contro l’Ascoli nelle gare interne contro la Lucchese ed in trasferta ad Arezzo, due rigori che costarono 3 punti al Picchio.
La partita giocata dall’Ascoli a Pesaro davanti ai 600 tifosi bianconeri (che hanno sempre incitato la squadra, salvo al triplice fischio finale, quando il disappunto per l’ennesima gara senza vittoria e giocata solo nei primi 25 minuti , è esploso fragoroso, con cori poco amichevoli rivolti a Pulcinelli, alla società ed alla squadra) ha lasciato molti interrogativi sulla tenuta della squadra a livello fisico e mentale. Tre passi indietro rispetto agli 1-1 andati in onda contro Campobasso Arezzo e Pontedera, quando l’Ascoli avrebbe meritato di vincere almeno un paio delle gare suddette.
Questa volta, invece, è andata di lusso, dato che il pareggio ottenuto dal Picchio al 94′ è stato un premio immeritato per la squadra, dove i soli Silipo e Corazza hanno raggiunto la piena sufficienza, seguiti a ruota dal povero Varone, che in un centrocampo inesistente (grazie ancora DS Righi per la disastrosa campagna acquisti) ha, come sempre, dovuto cantare e portare la croce. Il succitato Varone ha avuto anche il merito di colpire una traversa con un bel colpo di testa, quando la gara era ferma sullo 0-0 e l’Ascoli era sostanzialmente padrona del campo. Peccato che tale ‘padronanza’ è durata meno di mezz’ora, quando l’ottima Vis Pesaro è uscita fuori dal guscio e fino al 94′ (episodio del rigore) è stata padrona del terreno di gioco, colpendo due pali e mettendo alla frusta il Picchio.
Il gol pesarese realizzato ad inizio ripresa da Cannavo’ è stato il giusto premio alla buona gara che stava disputando la Vis, agevolata anche dal tecnico ascolano Di Carlo (8 partite, 4 sconfitte, 4 pareggi, media punti 0,5). Il mister bianconero è riuscito nell’impresa a non sostituire l’ammonito Tavcar (peggiore in campo insieme al solito Adjapong, ma quest’ultimo non fa più notizia) nonostante 600 cuori bianconeri, anche senza patentino da allenatore, glielo avessero chiesto a gran voce…ma il mister in totale confusione ha seguitato a tenerlo in campo, fino alla sua espulsione per una seconda ammonizione.
Non contento dell’affare Tavcar, il mister ha ritenuto utile sostituire il migliore in campo, il solito Silipo, sempre sostituito nelle gare precedenti e sempre il migliore in campo. Uscito Silipo, si è spenta la luce e solo il generoso rigore al 94′ , realizzato freddamente da bomber Corazza , ha permesso al Picchio di ritornare a casa con un punto insperato. A 4 giornate dalla fine del girone di andata e 5 gare da giocare entro dicembre, il carro del Patron con le ruote sgonfie può e deve soltanto resistere alle forature, in attesa che arrivi gennaio per mettere qualche pezza necessaria alle gomme sgonfie (un esterno destro al posto di Adjapong e minimo un regista ed un mediano di rottura a centrocampo, reparto lasciato sguarnito questa estate dal DS Righi, dato che Bertini sconta i 7 mesi di inattività dello scorso anno e Campagna non è calciatore da Lega Pro).
In queste ultime quattro gare l’Ascoli giocherà al Del Duca contro Gubbio e Sestri Levante, mentre si recherà in trasferta a Sassari e Legnago (poi venerdì 20 dicembre per la prima giornata del girone di ritorno verrà la Spal al Del Duca). Obiettivo almeno 8 punti, per girare a 20 a fine dicembre e puntellare la rosa con urgenza. Nel trentennale della morte del Grande Unico Presidente Costantino Rozzi alzi la mano chi avrebbe mai creduto di vivere un campionato così tribolato, anche mettendo in preventivo l’incompetenza del perdente Patron Pulcinelli. Speriamo davvero che al cimitero il povero Costantino non venga soprannominato dai vicini di tomba ‘la trottola’ ….a forza di rigirarsi dentro il sacro sarcofago…