Ascoli tra interrogativi ricorrenti, proverbi e…pensieri romantici per aggrapparsi a tutto

NELLA TELA DEL RAGNO – Con il Venezia un punto guadagnato o due persi? Bellusci espulsione evitabile. Rozzi e Mazzone facciano un patto con Dio

di Francesco Regnicoli

Dopo aver assistito alla gara Ascoli- Venezia la domanda che i 7.000 spettatori (tifoseria davvero encomiabile per attaccamento ai colori sociali e che meriterebbe ben altre soddisfazioni…ndr) si saranno posti è la seguente: “Un punto guadagnato o due punti persi?”. Ai posteri l’ardua sentenza…lo sapremo la sera di venerdì 10 maggio, quando si concluderà la regolar season ed usciranno le prime sentenze inerenti alla retrocessione diretta, ad una eventuale disputa dei playout oppure ad una salvezza diretta…. francamente difficile da raggiungere.

Mancano sei finali alla fine del campionato ed ovviamente da sabato prossimo l’Ascoli visiterà lo stadio Tombolato di un Cittadella praticamente salvo a quota 42 (con vista ai playoff distanti 2 punti, i 44 della Sampdoria) e dovrà necessariamente riportare a casa un risultato positivo, meglio se tre punti, che rappresenterebbero forse la svolta del campionato. Il proverbio ‘la cera si consuma e la processione non cammina’ è davvero di attualità in casa Ascoli. Per salvarsi, magari tramite la lotteria dei playout, occorrerà vincere almeno tre delle sei gare in calendario e magari un paio di pareggi.

Tornando alla gara di ieri contro il Venezia orfano del bomber Pohjanpalo (ma in ottica assenze, ben più gravi quelle del Picchio costretto a rinunciare a Vaisanen, Botteghin, Nestorovski e fino al termine del campionato al bomber Mendes), il Picchio ha conquistato un punto da non disprezzare, poiché quando una partita non hai la forza di vincerla, devi cercare almeno di non perderla (davanti avevi un Venezia in lotta per la A diretta con il miglior attacco della categoria).

In campo sono state poche le occasioni, limitate per il Venezia ad un salvataggio sulla linea di Bellusci (insieme a Mantovani e Duris il migliore dell’Ascoli anche se ha macchiato la sua prova sontuosa con una espulsione evitabile a pochi secondi dalla fine del tempo di recupero) dopo una scriteriata uscita dai pali del portiere bianconero Vasquez, mentre per l’Ascoli ad un colpo di testa di Zedadka a pochi metri dalla porta veneziana che meritava miglior sorte (probabilmente Mendes o Nestorovski l’avrebbero buttata dentro).

Chiaramente rispetto al secondo tempo non giocato a La Spezia, la squadra bianconera ha mostrato un atteggiamento positivo, con tanta voglia di lottare…ma nel calcio non basta certamente la sola lotta…occorre anche la qualità dei singoli e dei reparti. Un centrocampo senza qualità, non rinforzato a gennaio dal deludente operato del DS Giannitti e le assenze pesanti sul fronte offensivo si traducono nella produzione di poche occasioni da rete e nella relativa mancata finalizzazione. Dunque cosa salvare della gara Ascoli-Venezia di ieri?

Innanzitutto la prova maestosa di 7.000 cuori bianconeri che hanno incitato per 98 minuti la squadra ed il fatto che la salvezza diretta resta lontana tre punti mentre la zona playout ad un solo punto (quasi il destino voglia seguitare imperterrito a concederti ulteriori chances salvezza). Ora testa al Cittadella (senza lo squalificato Bellusci) con la speranza di recuperare qualche infortunato, in particolare Vaisanen e magari la punta Nestorovski (purtroppo il campionato di Mendes è terminato ed il suo sostituto Streng attualmente pare un pesce fuori d’acqua).

Concludo con un pensiero romantico…quello della speranza che due pezzi da 90 come il Presidente Costantino Rozzi ed il tecnico Carlo Mazzone possano stringere un patto salvezza con il buon Dio…in questa tribolato stagione 2023/2024 tocca davvero aggrapparsi a tutto…

Author: redazione