SERIE B – Il “soldato” si racconta tra passato e presente: “Sono rimasto tifoso del Picchio, può raggiungere tranquillamente i playoff”
di Matteo Rossi
Ben 82 partite e 18 gol con la maglia dell’Ascoli, 29 presenze 4 reti con quella del Cittadella. Uno degli ex principali, da ambedue le parti, della partita di sabato tra i bianconeri e granata è Leonardo Perez, attaccante classe 1989 nativo di Mesagne. Il “soldato” ora gioca e segna per il Virtus Francavilla, squadra di Serie C, con cui ha messo a segno 7 gol in 15 partite. Davvero un buonissimo inizio.
Leonardo, innanzitutto come stai?
“Bene, ho avuto un infortunio al ginocchio ma ora mi sto riprendendo. La stagione è iniziata bene”.
Segui ancora la Serie B e le sorti dell’Ascoli?
“Naturalmente sì, sono rimasto e sarò sempre tifoso dell’Ascoli. Secondo me è una squadra che alla fine può arrivare ai playoff e sì, centrerà l’obiettivo, o almeno lo vedo molto possibile”.
Una società che è cambiata del tutto da quando c’eri tu…
“Si è cambiata molto. Ma soprattutto voglio dire che adesso c’è un direttore sportivo come Tesoro che è competente. Prima forse abbiamo avuto solo Marroccu all’altezza”.
Un direttore sportivo molto competente è sicuramente quello del Cittadella. Da ex, l’ambiente è rimasto sempre lo stesso?
“Marchetti è un grande direttore. Poi sì, in una realtà familiare dove si lavora bene e c’è poca pressione sicuramente contribuisce alle fortune del Cittadella. Però ci deve essere anche un’idea di calcio ed organizzazione, altrimenti non puoi andare così lontano. Alla fine loro ogni anno sono in zona playoff, è un merito da non sottovalutare”.
Piazza totalmente diversa da quella ascolana…
“Però il bello di una piazza come Ascoli è proprio la pressione. Sai che devi lavorare in un determinato modo e io mi sono trovato benissimo. Poi dopo anni bui è logico pensare che la piazza pretenda qualcosa in più, soprattutto vedendo la squadra che c’è quest’anno”.
Tanti attaccanti ma nessuno esulta alla Perez. Com’è nata l’esultanza del soldato? E, soprattutto, la usi ancora?
No, è un’esclusiva per i colori bianconeri e per la curva ascolana. In verità è nata una sera in camera con Lion Giovannini. Ripeto, non l’ho più fatta, resta un qualcosa legato ad Ascoli.
Parliamo un po’ di attualità calcistica. Ibrahimovic al Milan ti affascina?
“Sono nato milanista, quindi spero che risollevi la squadra”.
L’Inter, uscita dalla Champions, può vincere lo scudetto?
“Penso che alla fine ci riuscirà. Sono anche anti-juventino quindi un po’ ci spero”.
Pallone d’Oro a Messi e le critiche. Esagerate?
“Si va verso una questione troppo grande, ma è impossibile criticare uno come Messi”.
Torniamo ad Ascoli. I due momenti più significativi della carriera di Perez in bianconero?
“Tutto l’anno della Lega Pro è stato davvero bello. Se devo fare una scelta, scelgo il momento del mio primo gol in Serie B contro il Pescara. L’atmosfera della partita e dello stadio mi è rimasta impressa. Poi venni a sapere che sarei diventato padre, una cosa magica”.
Hai vissuto la Lega Pro, sei salito in B ed ora sei di nuovo in C. Come sono cambiati i campionati in questi anni?
“Secondo me non c’è una grandissima differenza tra seconda e terza serie. Anche perché è l’elemento della continuità quello a cui devi stare attento e che fa la differenza”.
In Serie B c’è anche il Cosenza, tua ex squadra…
“Un’avventura che voglio dimenticare al più presto. Al di là della vittoria playoff, unica cosa che salvo, è stata una brutta parentesi. Esperienza che preferisco dimenticare”.
Sei mai tornato ad Ascoli?
“Sono tornato la settimana scorsa. Sono passato al campo e ho salutato un po’ di gente. Da calciatore la vedo dura, ma mai dire mai nella vita”.
Sabato c’è Ascoli-Cittadella. Chi vince?
“L’Ascoli, ovviamente. Ma non dico il risultato perché poi porto sfiga”.
